Una veduta parziale di Palazzo Koch, a via Nazionale a Roma, sede della Banca d'Italia. Foto: MMC RTV SLO/Google
Una veduta parziale di Palazzo Koch, a via Nazionale a Roma, sede della Banca d'Italia. Foto: MMC RTV SLO/Google

La situazione dei conti delle banche italiane è positiva, i dati macroeconomici europei indicano che si va verso una riduzione dei tassi di interesse, ma sulla riduzione del debito pubblico l'Italia deve mandare segnali chiari agli investitori internazionali per rendere meno arduo incamminarsi su un sentiero di crescita sostenuta, già tracciata dalla ripresa post-pandemica. Fiducia insomma, ma allo stesso tempo attenzione e chiarezza nelle scelte da compiere su debito e conti pubblici.
A parlare così è stato il governatore della banca centrale di Roma, Fabio Panetta, che parla di normalizzazione dei tassi di interessi sull'euro con tagli "tempestivi e graduali" per evitare scelte "tardive e aggressive". Secondo via Nazionale serve chiarezza, perché l'inflazione sta diminuendo a una velocità pari o superiore a quella per cui era aumentata, in seguito alla quale l'istituto di Francoforte aveva deciso di alzare il costo del denaro per arginare la perdita del potere d'acquisto. Misure delle quali abbiamo risentito tutti, con la ben nota stretta sul credito, che però non deve far dimenticare, in un'ottica italiana, la necessità di dare certezze agli investitori su quella che Panetta ha chiamato "una traiettoria discendente del debito pubblico" negli anni a venire. Perché in questo modo si ridurrebbe il premio pagato sul rischio paese, che grava sulle casse dell'Erario ben più della spesa corrente, al punto che nei prossimi anni il debito pubblico italiano dovrebbe rimanere sostanzialmente "stazionario nonostante l'attesa di un calo del disavanzo", a causa soprattutto del superbnous edilizio che tanto fa discutere la politica.
Chiusura sulle banche italiane, i cui bilanci offrono un'immagine positiva dovuta però, ha segnalato Panetta, all'eccezzionalità dei tassi di interesse. Motivo per il quale, ha aggiunto, consiglia di mettere fieno in cascina costituendo riserve patrimoniali con il capitale in eccesso.
Valerio Fabbri