Foto: EPA
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Il fatto non costituisce reato: queste poche parole hanno posto fine ai dubbi che si stavano addensando sul futuro della sindaca di Roma Virginia Raggi, assolta oggi dal Tribunale di Roma dall'accusa di falso in atto pubblico.
Il procedimento era legato alla nomina avvenuta due anni fa di Renato Marra a capo del dipartimento turismo del Comune di Roma: secondo l'accusa sarebbe stata decisa su suggerimento dell'ex braccio destro della prima cittadina, Raffaele Marra, sotto processo per abuso d'ufficio. La sindaca era anche accusata di aver mentito alla responsabile anticorruzione del comune, negando di aver agito su pressione di Marra.
Una ricostruzione che però non è penalmente rilevante per il tribunale: Raggi, presente in aula al momento della sentenza, è scoppiata in un pianto liberatorio, dopo giorni di grande tensione:
Audio "Questa sentenza spazza via due anni di fango. Andiamo avanti a testa alta per Roma, la mia amata città, e per tutti i cittadini".
Una condanna avrebbe messo a rischio la permanenza di Raggi in Campidoglio: lo stesso Luigi di Maio aveva ricordato come statuto del Movimento 5 stelle preveda che un amministratore condannato in primo grado debba lasciare gli incarichi, e l'impressione era che Raggi fosse ormai isolata all'interno del partito.
Un retroscena ora respinto dagli esponenti del movimento, a partire da Di Maio: "Contento di averti sempre difesa e di aver sempre creduto in te" ha scritto su Facebook.
La sentenza non spazza però via il giudizio dell'opposizione sulla gestione della città da parte della Giunta Grillina, apertamente contestata da una manifestazione nei giorni scorsi, e anche la Lega aveva ipotizzato di presentare un proprio candidato a Roma in caso di elezioni anticipate. L'assoluzione del sindaco di Roma Virginia Raggi "è buona notizia" ha detto Matteo Salvini, "i romani giudicheranno l'amministrazione dei 5 Stelle in base a come è messa Roma: è giusto che non siano le sentenze e i magistrati a decidere chi governa e chi va a casa".