Foto: Reuters
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Proseguono alacremente i colloqui tra le parti per il rilascio degli ostaggi in cambio di una pausa umanitaria di tre giorni, consentendo a Hamas di liberare i prigionieri e fornendo aiuti umanitari. Si discute per il rilascio di 12 ostaggi, di cui sei sono cittadini americani. Le trattative coinvolgono Qatar, Stati Uniti, Israele, e Hamas. Tuttavia, ci sono ancora disaccordi su questioni come la durata della pausa e la zona di cessate il fuoco. Il Qatar sta mediando in queste trattative ed è un alleato degli Stati Uniti, pur ospitando l'ufficio politico di Hamas e altre figure di rilievo del movimento. Gli Stati Uniti, attraverso il Segretario di Stato Antony Blinken e il capo della CIA William Burns, stanno lavorando per facilitare questa situazione. Joe Biden ha inizialmente proposto una tregua di tre giorni per il rilascio degli ostaggi. Ma non c'è alcuna prospettiva che Israele l'accetti senza che venga rilasciato un numero sostanziale di ostaggi, questa è la ferma posizione del premier Netanyahu che esclude qualsiasi cessate il fuoco "senza il rilascio" degli ostaggi. Dagli Stati Uniti ancora, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha suggerito che la pausa potrebbe durare "ore o giorni" o "quanto necessario", in quanto non ci sono prove certe che gli ostaggi, compresi i cittadini americani, siano ancora in vita, e potrebbe richiedere più di una pausa umanitaria per il loro rilascio completo. Infine, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ancora una volta ha condannato l'uso di scudi umani civili da parte di Hamas ma ha anche criticato Israele per il bilancio di vittime civili a Gaza, in particolare bambini, sottolineando che è molto più alto di qualsiasi bilancio annuale di guerra.


Corrado Cimador