Foto: Reuters
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"Una decisione difficile ma giusta" lo afferma Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele, riferendosi al previsto via libera del governo all'accordo per la liberazione di 50 ostaggi rapiti da Hamas nell'attacco del 7 ottobre. L'intesa, secondo i media israeliani, porterà al rilascio di 30 bambini, 8 madri e altre 12 donne a partire probabilmente da domani. Inoltre, scatterà un cessate il fuoco di 4 giorni nella Striscia di Gaza. In base alle ultime notizie, per ogni ostaggio rilasciato, Israele libererà 3 palestinesi attualmente detenuti. Sarà anche permessa la consegna di carburante e di aiuti nell'enclave.

Il sì dell'esecutivo all'intesa è la conseguenza del via libera del gabinetto di guerra al piano. Si sono registrati i 19 voti a favore degli esponenti del Likud di Benjamin Netanyahu ed i 5 del partito di Unità Nazionale di Benny Gantz. Favorevole anche il partito ultraortodosso Shas, che ha 6 voti.

L'ufficio del primo ministro ha delineato le modalità di rilascio e di trasferimento. Il protocollo potrebbe essere modificato nelle prossime ore. Come primo passo, Hamas consegnerà gli ostaggi alla Croce Rossa, donne e bambini. Nella seconda fase, i rappresentanti delle forze di difesa israeliane. Successivamente sono previsti i primi controlli medici con il trasferimento in uno dei cinque centri allestiti per l'incontro con le famiglie; quindi, medici e membri della sicurezza si confronteranno per stabilire se qualcuno degli ostaggi possa essere ascoltato. L'ultimo eventuale passaggio prevede che almeno alcuni ostaggi rispondano alle domande per fornire informazioni utili.

Netanyahu ha aggiunto che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha contribuito a "migliorare il quadro dell'accordo presentato davanti a voi, per includere più ostaggi a un prezzo inferiore".
Il primo ministro fissa però alcuni paletti: "Siamo in guerra e la guerra continuerà finché tutti gli obiettivi saranno raggiunti. Il ritorno degli ostaggi è una priorità e io sono assolutamente impegnato per raggiungere l'obiettivo. Non ci fermeremo fino a quando non saranno tornati tutti. La guerra prevede fasi e il ritorno degli ostaggi avrà fasi", conclude Netanyahu.

Hamas intanto ha accolto con favore l'accordo di "tregua umanitaria" ed in un comunicato scrive: "Le disposizioni di questo accordo sono state formulate in conformità con la visione di resistenza e determinazione che mira a servire il nostro popolo e rafforzare la sua tenacia di fronte all'aggressione". "Confermiamo che le nostre mani rimarranno sul grilletto e che i nostri battaglioni trionfanti rimarranno all'erta", avverte infine Hamas.

Davide Fifaco