Un momento della conferenza stampa. Da sinistra: Stojan Pelko, responsabile del programma per Go!2025, capitale europea della cultura; Giacomo Pedini, direttore artistico di Mittelfest; Klavdija Figelj, responsabile comunicazione con i media di GO!2025; Goran Vonović, scrittore, autore e regista teatrale; e Marko Bratuš, direttore artistico del Teatro nazionale sloveno di Nova Gorica. Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Un momento della conferenza stampa. Da sinistra: Stojan Pelko, responsabile del programma per Go!2025, capitale europea della cultura; Giacomo Pedini, direttore artistico di Mittelfest; Klavdija Figelj, responsabile comunicazione con i media di GO!2025; Goran Vonović, scrittore, autore e regista teatrale; e Marko Bratuš, direttore artistico del Teatro nazionale sloveno di Nova Gorica. Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria

Nel 1938 lo scrittore e giornalista Joseph Roth, nato e cresciuto nel mondo asburgico, pubblica "La Cripta dei Cappuccini", la seconda e più compiuta parte della sua saga familiare sui Trotta von Sipolje, sloveni di ultima assunzione nobiliare. Per dare un seguito ideale a questo capolavoro il direttore artistico di Mittelfest, Giacomo Pedini, ha ideato il progetto Inabili alla morte/Nezmožni umreti, che racconta la vicenda del mondo dei Trotta, di epoca in epoca, e dell'Europa centrale con tre diverse storie e spettacoli - La Cripta dei Cappuccini/Kapucinska grobnica, V iskanju izgubljenega jezika/Cercando la lingua perduta (titolo provvisorio), L'alba dopo la fine della storia/Zora po koncu zgodovine (titolo provvisorio) - tre radiodrammi, un libro e un video documentario. Ai nostri microfoni Pedini spiega come nasce il progetto, la cui prima parte andrà in scena a maggio: "L'idea nasce dal desiderio di raccontare la storia del '900 da una prospettiva europea, fuori dalle prospettive strettamente nazionalì, con l'interesse di raccontare il dopo, per andare a raccontare gli anni della Guerra Fredda da una prospettiva non nazionale, perché poi è lì il punto principale. E quindi avere due scritture da due prospetive diverse, slovena e italiana, che andassero a insistere su quegli anni".
La collaborazione transfrontaliera ha trovato subito terreno fertile con il direttore del teatro nazionale di Nova Gorica, Marko Bratuš: "Per noi questo è un progetto molto importante perché io volevo fare qualcosa su questo tema, in occasione della Capitale europea della cultura 2025. E quando GIacomo (Pedini) ha chiesto la mia disponibilità, sono stato più che entusiasta, perché era esattamente quello che cercavo."
Una collaborazione che aiuta a migliorare la reciproca comprensione. Pedini: "Aiuta perché ci si confronta, si dialoga, si scambiano idee e io, Goran (Vojonić, che contribuisce alla scrittura - n.d.r.) e Marko Bratuš, š chiaro che la prospettiva cambia. Ecco perché ogni nostro spettacolo è fatto in una lingua e sovratitolato nell'altra, e poi è importante la parte radiofonica, perché permette esattamente questo."
Valerio Fabbri