Foto: BoBo
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Il presidente della commissione, il socialdemocratico Matjaž Nemec, ha motivato la convocazione della seduta con la sensibile crescita dell'estremismo di destra che si avverte, come ha detto, da quando le redini del governo sono tornate in mano all'SDS di Janez Janša. Nel 2014 una commissione d'inchiesta, istituita dal parlamento, giunse alla conclusione che in linea di massima l'estremismo di destra non rappresentava un rischio per la sicurezza nazionale, però poteva diventarlo - come ha ricordato Nemec, incontrando la stampa dopo la sospensione della riunione - qualora si avvalesse di un sostegno più attivo del potere politico. E l'opposizione osserva che ultimamente si è testimoni di una vistosa passività della polizia di fronte a simili fenomeni.
Erano stati invitati alla riunione anche il premier Janša e il segretario di Stato nel suo gabinetto, Žan Mahnič, che però non si sono presentati. Proprio Mahnič compare su alcune fotografie assieme a dei neonazisti dopo che in passato qualche alto papavero dell'SDS si era già incontrato con i militanti dell'estrema destra extraparlamentare.
È intervenuto invece il direttore generale della polizia, Anton Olaj, che recentemente ha ordinato la controversa inchiesta interna sull'operato dei poliziotti che avevano arrestato alcuni estremisti di destra, chiamati i “gilet gialli” sloveni e che a fine giugno, nel corso di una delle dimostrazioni del venerdì contro il governo, avevano cercato di aggredire gli organizzatori. Il reato contestato da Olaj alla polizia di Lubiana è il mancato contemporaneo arresto degli antigovernativi. Stando a Nemec, il direttore generale è stato molto schivo nelle sue dichiarazioni a differenza di alcuni giornalisti investigativi ritenuti esperti in materia di estrema destra e che Nemec ha ringraziato per il coraggio dimostrato malgrado le pesanti pressioni di cui sono bersaglio. La riunione della commissione dovrebbe riprendere in data da destinarsi e l'invito al presidente del governo resta aperto.


Boris Mitar