Un'ipotesi sulle prime esclusa, ma divenuta sempre più probabile e concreta via via che in Slovenia la curva di contagio si assestava praticamente sullo zero, la ripresa generalizzata della scuola è stata oggetto nelle ultime settimane di un ampio dibattito, fra inviti alla prudenza arrivati dalle autorità sanitarie, e una maggiore inclinazione alla riapertura da parte di dirigenti scolastici, esperti dell'Istituto dell'educazione, pedagogisti e (per quel che è dato capire) dello stesso Ministero, affannosamente alla ricerca di una soluzione che tenti di conciliare diritto all'istruzione e diritto alla salute.
Quale che sia la decisione del governo, dopo quindici giorni di tira e molla sarà messa fine allo stato di incertezza in cui si trovano tanti genitori che hanno bisogno di capire se tutti gli studenti, fra poco, ritorneranno tra i banchi o se per una parte di essi le lezioni proseguiranno da casa.

Anche i docenti vivono questa situazione con disagio. "Effettivamente è uno situazione abbastanza particolare, anche perché il lavoro si sta moltiplicando con il rientro che c'è stato dei più piccoli del primo triennio e della classe nona", spiega Massimo Medeot, insegnante di storia alla 'Vergerio' di Capodistria e alla 'De Castro' di Pirano, nelle classi dalla sesta alla nona elementare. "Inoltre nelle varie scuole abbiamo accolto anche i ragazzi dalla quarta all'ottava classe bisognosi di un aiuto supplementare. Quindi il lavoro si sta molltiplicando e dividendo tra lavoro a distanza, quello con alunni con esigenze di recupero, quello ordinario in nona classe. E sarebbe utile capire al più presto, appunto, quali sono le direttive per poter organizzare al meglio le risorse umane, le energie e il tempo a nostra disposizione".

Il professor Medeot si dice "abbastanza favorevole" al rientro di tutti gli alunni.
"Diciamo che è un rischio molto limitato, calcolato, come è stato anche definito da più parti, in quanto almeno dai dati ufficiali la situazione in Slovenia è estremamente favorevole. Certamente per questioni puramente logistiche, di spazi, e di disponibilità di insegnanti un rientro secondo le attuali raccomandazioni dell'Istituto per la salute non sarebbe possibile. Quindi è chiaro che sarà necessaria una rimodulazione dei proveddimenti ora adottati a scuola per arrivare a una situazione inevitabilmente di compromesso tra le esigenze delle famiglie, della didattica, psicologiche e non solo dei bambini, esigenze dei lavoratori della scuola e quelle della società in generale, e naturalmente per prime quelle della salute pubblica".

Ornella Rossetto