Tensione altissima e disordini a Hong Kong tra manifestanti e polizia di fronte al palazzo del parlamento, dov'era prevista la discussione sugli emendamenti alla legge sull'estradizione. La polizia ha usato gas lacrimogeni, spray al pepe e proiettili di gomma per disperdere la folla, fatto confermato dal capo della polizia Lo, che ha descritto le proteste come una reale situazione di sommossa che potrebbe avere gravi implicazioni per chi venisse arrestato. Intanto la premier Lam ha dichiarato che condanna fortemente le violenze, aggiungendo che è necessario restaurare l'ordine in nella città il più presto possibile. Le proteste però hanno avuto effetto. La legge che avrebbe consentito le estradizioni in Cina è stata rinviata in quanto il parlamento ha cancellato l'esame della riforma della giustizia in seguito alle contestazioni in atto. La seduta è stata rinviata a data da destinarsi. Molti manifestanti hanno chiesto un giorno di permesso dal lavoro o dagli impegni di studio per protestare contro la modifica della legge che a loro giudizio eroderebbe le libertà civili del territorio cinese semi-autonomo. I disordini sono avvenuti attorno al palazzo del parlamento e alcuni manifestanti sono riusciti a forzare il blocco degli agenti entrando nell'edificio. Gli agenti anti sommossa hanno risposto sparando gas lacrimogeni e fumogeni anche all'interno. I dimostranti rimasti feriti sono stati aiutati dagli stessi parlamentari. La polizia ha reso noto in un comunicato che i violenti scontri sono stati riclassificati come rivolta, vale a dire che coloro che verranno arrestati nel corso dei disordini rischiano pene detentive molto pesanti. Come un deja-vu, migliaia di persone hanno paralizzato la circolazione con la stessa tecnica utilizzata nel 2014 dal movimento Occupy. Le proteste sono le più importanti nell'ex colonia britannica sin da quando è ritornata sotto controllo cinese, nel 1997.

Franco de Stefani

Foto: Reuters
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