Foto: Radio Capodistria
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Non c'è pace nel centrodestra del Friuli Venezia Giulia. Dopo l'intesa sul candidato al ruolo di presidente della Regione, come è noto a spuntarla è stato il leghista Massimiliano Fedriga, ora sono iniziate le rivendicazioni sul possibile vicepresidente, con Fratelli d'Italia che non considera già chiusa la partita in favore del forzista Riccardo Riccardi.

A poche ore dalla conferenza unitaria in cui il centrodestra del Friuli Venezia Giulia lanciava la candidatura di Massimiliano Fedriga, nella coalizione sono iniziati i primi mugugni sul diritto di Forza Italia ad esprimere il vicepresidente, indicato nella persona di Riccardo Riccardi, peraltro fino a qualche settimana fa dato per candidato al ruolo di governatore.

A mettere tutto in discussione Fratelli d'Italia, che dopo il deludente risultato riscosso dai forzisti in Friuli Venezia Giulia alle recenti politiche, pensa di poter ottenere un superiore consenso guadagnando quel peso politico che li porterebbe a rivendicare il secondo ruolo della Regione.

Precisazioni venute a galla durante la presentazione dei candidati di Fratelli d'Italia per il collegio di Trieste, con il coordinatore regionale Fabio Scocimarro che non esclude che il suo partito possa risultare il secondo della coalizione mentre il capolista Claudio Giacomelli rincara la dose affermando che la vicepresidenza dovrebbe andare alla seconda forza di coalizione, che verrà indicata dalle preferenze espresse dagli elettori.

Le elezioni regionali diventano così un test sulla tenuta di Forza Italia, che comunque alle politiche ha ottenuto in FVG il 10,6% (pari a circa 75mila voti), il doppio rispetto a Fratelli d'Italia, fermatasi al 5,3%. Una distanza di sicurezza per i berlusconiani, che tuttavia potrebbero soffrire tutti gli stravolgimenti accaduti negli ultimi tempi, che hanno indubbiamente indebolito l'immagine del partito.

Scocimarro ha inoltre ricordato l'atteggiamento responsabile del suo partito nel non facile percorso per la scelta del presidente, con l'appoggio incondizionato alle decisioni di Forza Italia e Lega e la raccolta di dodicimila firme valide per la presentazione delle liste dei candidati.