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La facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università del Litorale di Capodistria ha ospitato una conferenza internazionale sulle esperienze dell'immigrazione e sul controllo del fenomeno migratorio, non solo riguardo a quanto sta avvenendo negli ultimi tempi, ma anche per quanto accaduto in passato.

Una lunga serie di relatori ha parlato dei fenomeni di emigrazione ed immigrazione, che da sempre caratterizzano la storia dell'umanità. Particolarmente toccante la testimonianza della ricercatrice Carolina Kobelisnsky, del Centro Nazionale Francese di ricerca, che ha parlato della condizione dell'enclave spagnola di Melilla, situata sulla costa orientale del Marocco, territorio recintato allo scopo di contenere l'ingresso dei migranti in terra spagnola che potrebbero poi accedere al resto d'Europa. La ricercatrice ha spiegato che in quel lembo di terra si sprecano i racconti della sparizione dei corpi di migranti che hanno tentato di oltrepassare il confine; realtà poco conosciuta, ma soprattutto poco raccontata, sulla quale vige il silenzio più assoluto delle autorità e delle istituzioni locali.

Tra i relatori anche il professore Aleksej Kalc, dell'Istituto sloveno per la Migrazione, che ha spiegato come spesso le norme sulla migrazione vengano interpretate con troppa flessibilità: "durante la storia ci sono stati periodi in cui queste norme si sono irrigidite, altri in cui si sono rilassate, per così dire. Dipendono molto dai contesti, dagli interessi, dai governi, dalle opzioni politiche, dalle visioni della storia e dell'economia, della società e così via. Se guardiamo solamente alla storia degli ultimi 200 anni, notiamo come fino alla Prima Guerra Mondiale c’è stato un grande rilassamento di tutto l'apparato che prima teneva molto irrigidita la mobilità; questo era l'apparato dello stato assolutista. Poi nel corso dell'800 vi era proprio una necessità economica e sociale di far muovere le persone, quindi vi fu un rilassamento generale delle norme e dei regolativi. Questo comportava anche un accrescimento di quelle forze e quei problemi che questo grande mescolamento di persone favorisce".