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Con il contributo del Parlamento Europeo Foto: European Community

Tassare i grandi centri commerciali per correggere i danni ambientali che producono è assolutamente lecito e legittimo. A deciderlo è stata oggi la Corte di Giustizia Ue analizzando il reclamo dell'ANGED, l'Associazione spagnola delle grandi imprese di distribuzione, scese in campo contro le imposte regionali sulla grande superficie di vendita approvata nel 2016 in Catalogna, Asturie e Aragona. Tali imposte sono volte a compensare gli effetti territoriali e ambientali che possono derivare dall’attività dei grandi stabilimenti commerciali, essendo il loro gettito destinato a piani d’azione per l’ambiente e al miglioramento delle infrastrutture.

Dopo un passaggio al Tribunale supremo spagnolo, la diatriba è approdata in Lussemburgo per il suo capitolo finale, con i giudici Ue che hanno dato torto su tutta la linea alla grande distribuzione. Con le odierne sentenze, la Corte dichiara infatti che tanto la libertà di stabilimento quanto il diritto degli aiuti di Stato non sono contrari a imposte che colpiscono i grandi stabilimenti commerciali. Se la sentenza è calibrata sulle tre leggi regionali spagnole, rigurda comunque tutta la Ue ed apre di fatto le porte ad iniziative uguali in tutti gli altri Stati membri.

La dimensione conta: più grande il centro, più danni ambientali

Per quanto riguarda la libertà di stabilimento, la Corte dichiara, anzitutto, che il criterio relativo alla superficie di vendita dello stabilimento, scelto per individuare gli stabilimenti colpiti dall’imposta, non determina alcuna discriminazione diretta. Essa aggiunge che tale criterio non sembra sfavorire nella maggior parte dei casi i cittadini di altri Stati membri o le società aventi sede in altri Stati membri.

Le tasse servono a compensare l'attività dei grandi stabilimenti

La Corte sottolinea che le imposte di cui trattasi perseguono l’obiettivo di contribuire alla protezione dell’ambiente e alla pianificazione territoriale, tentando di correggere e compensare l’impatto dell’attività dei grandi stabilimenti commerciali (risultante in particolare dai flussi di circolazione generati), mediante il contributo di tali stabilimenti al finanziamento di misure a favore dell’ambiente e del miglioramento delle infrastrutture.

Per la Corte è incontestabile che l’impatto ambientale degli stabilimenti commerciali dipenda ampiamente dalla loro dimensione. Infatti, più la superficie di vendita è ampia, più grande sarà l’affluenza del pubblico, il che si traduce in un maggiore impatto negativo sull’ambiente. La Corte considera che un criterio fondato sulla superficie di vendita al fine di differenziare le imprese a seconda del loro maggiore o minore impatto ambientale è coerente con gli obiettivi perseguiti.

Redazione Bruxelles

Articolo realizzato nell'ambito del progetto Europa.Today e con il finanziamento del Parlamento Ue