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È di grande attualità in questo momento in Italia il tema dell'abusivismo edilizio. Fenomeno balzato prepotentemente alla cronaca per le numerose vittime innescate dal maltempo che ha colpito recentemente il paese, un territorio sempre più vulnerabile e fortemente a rischio idrogeologico e perché a Roma è stato dato il via all'abbattimento della prima delle otto villette abusive di alcuni esponenti dei Casamonica. Il clan dei Casamonica è un'organizzazione criminale presente nella capitale e operante nell'area dei Castelli Romani e del litorale laziale.
Cinquant'anni di edilizia selvaggia ha arrecato gravi danni al territorio, all'ambiente, alla convivenza civile e al concetto stesso di legalità in Italia. Ma il fenomeno complessivo di devastazione ambientale mista a inefficienza e corruzione che dall'ultimo dopoguerra sta distruggendo il territorio italiano non può essere semplicemente ascritto alla voce "abusivismo". Il quadro delle illegalità e delle devastazioni è assai variegato; essenzialmente si tratta di edifici realizzati in totale assenza di concessione edilizia, in genere su aree dove gli strumenti urbanistici non ne consentirebbero comunque il rilascio. I Comuni italiani a rischio idrogeologico sono aumentati dal 2015 al 2017 passando dall'88 per cento al 91 e sono 3 milioni i nuclei familiari che risiedono in aree ad alta vulnerabilità; in parole povere il territorio non è capace di rispondere ai fenomeni legati ai cambiamenti climatici che si stanno manifestando con l'intensità degli ultimi tempi e deturpati con mattone selvaggio. Fenomeni poi amplificati nelle aree in cui l'abusivismo edilizio costituisce una piaga endemica: l'Istat rivela che nel 2018 nel nord Italia ci sono 20 fabbricati abusivi ogni 100 e nel Mezzogiorno addirittura il loro numero sfiora il 50 per cento. Si può parlare dunque di abusivismo legalizzato, frutto dei vari condoni, sempre più simili nei loro effetti a un'incivile "sanatoria permanente". Che nel tempo ha rafforzato la convinzione che, prima o poi, tutto verrà sanato, compresi gli abusi a venire. Il "giro di vite" per porre fine all'abusivismo, sbandierato dai Governi che si sono succeduti, non è mai arrivato, al contrario i vari esecutivi si sono profusi nei condoni.