Presentato a Palazzo Gravisi di Capodistria il volume "Trieste. Diocesi di frontiera. Storia e storiografia" (EDITREG Editore - Trieste) di Giuseppe Cuscito, già ordinario di archeologia cristiana dell'Università di Trieste, attualmente presidente del Centro di Antichità altoadriatiche e della società istriana di archeologia e storia patria.
L'evento promosso dalla locale comunità degli italiani, dal centro culturale Carlo Combi e della Società di studi storici e geografici di Pirano, rientra bell'ambito delle manifestazioni per la Festa di San Nazario, patrono di Capodistria.

Il volume abbraccia un arco temporale di due millenni e racconta in maniera rigorosa ma divulgativa la storia articolata della diocesi triestina fino ai giorni nostri. Kristjan Knez direttore del Centro Combi che ha moderato la serata: "Il volume è importante perché studi di questo genere, di carattere ecclesiastico, non sono tanti. Attraverso lo studio della diocesi di Trieste e dei suoi rappresentanti, quindi in primo luogo i vescovi, si racconta una storia di quasi duemila anni, dalle origini del Cristianesimo fino agli albori del Terzo Millennio. Emerge una storia politica culturale e sociale oltre oltre ovviamente istituzionale e religiosa con dovizia di dati e di informazioni e con tanta documentazione anche di prima mano, Giuseppe Cuscito ha tracciato questo lungo percorso che abbraccia epoche e secoli diversi e naturalmente problemi di varia natura."

Una diocesi quella di Trieste che a ampliato i propri confini anche in terra istriana che ha vissuto cambiamenti epocali ben delineati dal professore Giuseppe Cuscito. "Il primo momento grosso di rottura", ci dice, "è stato quello della riforma e della Controriforma col vescovo Pietro Bonomo, quella è stata una rivoluzione proprio epocale che del resto ha lacerato la comunità Cristiana. L'altro momento se vogliamo dire anch'esso di rivoluzione cioè di cambiamento è l'istituzione del Porto Franco nel 1719 voluto da Carlo Sesto, l'imperatore, che ha profondamente cambiato, che ha richiaramto in città comunità di protestanti dalla Germania, di greci e di serbi ortodossi facendo così della città una specie di laboratorio multiculturale multilinguistico."

Nel 1828, ricorda tra gli altri l'autore, la diocesi di Capodistria, quella soppressa di Cittanova e la diocesi di Trieste vennero unite. Il vescovo, ancora Cuscito, di divideva tra le due diocesi, era a Trieste per festeggiare San Giusto e a Capodistria per onorare San Nazario. (ld)

Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria