Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, al termine del vertice sulla crisi in Bielorussia, ha annunciato che l'Unione europea imporrà sanzioni contro i responsabili delle violenze e delle violazioni dei diritti civili nel Paese.
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha spiegato di aver provato a contattare il presidente bielorusso, Aleksander Lukašenko, tramite telefono, ma senza successo. Merkel ha affermato poi di non vedere possibile un suo ruolo di mediatrice nello scontro in Bielorussia. "Per mediare serve la disponibilità delle due parti" e Lukašenko ha rifiutato il colloquio. L'Ue "vuole sostenere la società civile, ma per noi è chiaro che la Bielorussia deve trovare da sola la sua strada" e non devono esserci interventi "dall'esterno", ha detto ancora Merkel.
Anche secondo il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, "il futuro della Bielorussia può essere deciso solo dai suoi cittadini", eventuali interventi esterni "non sarebbero tollerabili". L'UE ha il dovere di "sostenere la richiesta dei cittadini di poter svolgere al più presto nuove elezioni e garantire che gli atti di violenza e tortura siano accertati e puniti", ha aggiunto Sassoli.
Anche il premier sloveno, Janez Janša, è intervenuto al vertice Ue: "La prima preoccupazione dell'Unione europea è il rispetto dei diritti e delle liberà fondamentali dei cittadini bielorussi, compreso il diritto ad elezioni libere ed eque e all'autodeterminazione nelle relazioni internazionali", ha affermato Janša. "Alla Russia chiediamo di riconoscere gli stessi diritti al popolo bielorusso", ha detto ancora il primo ministro, "la Slovenia conosce per esperienza diretta ciò che si prova quando le elezioni vengono truccate, per questo motivo comprende e sostiene le richieste democratiche dei bielorussi".


E. P.

Foto: Reuters
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