Messaggio del presidente dell’Unione italiana, Maurizio Tremul in vista della ripresa dell’anno scolastico in Slovenia e Croazia. Nella missiva Tremul pone l’accento anche sulla lingua italiana: “I nostri Istituti scolastici e prescolari sono frequentati da allieve e allievi di varie etnie, culture, religioni, tradizioni e lingue, dove spesso quella italiana non è preponderante. Tuttavia, le Scuole con lingua d’insegnamento italiana non possono rinunciare alla propria ragione d’essere, al motivo per cui esistono, sono state costituite e sono sostenute dalle Istituzioni della Comunità Nazionale Italiana a 360 gradi". Tremul rileva che, secondo i dettami del Memorandum di Londra “l’insegnamento deve essere impartito da docenti di madre lingua italiana, ossia (…) da chi ha una padronanza della lingua a livello C2. Il presidente dell’Unione Italiana rimarca che “le legislazioni nazionali e il nostro agire politico non possono prescindere da questo imperativo”. (sl)


Il testo integrale del messaggio di Maurizio Tremul, presidente dell'Unione Italiana

L’ANNO SCOLASTICO 2020/2021:
LA LINGUA E LA BELLEZZA

Lunedì 1° settembre in Slovenia e lunedì 7 settembre in Croazia, inizia il nuovo Anno Scolastico 2020/2021. Quello appena concluso è stato un anno particolare a causa del lockdown dovuto all’emergenza epidemiologia per limitare il contagio da virus SARS-CoV-2 (COVID-19). Per molte settimane le lezioni si sono svolte a distanza, attraverso svariati strumenti: piattaforme informatiche, aule virtuali, google drive, dropbox, videoconferenze, chat, mail, trasmissioni televisive (un grazie particolare va a TV Nova, alla Regione Istriana e ai nostri docenti che si sono brillantemente distinti con le lezioni in italiano: un esempio virtuoso certamente da seguire), telefonate, videochiamate … È stata indubbiamente un’esperienza nuova per tutti: discenti, docenti, scuole, Istituzioni, famiglie. Tutti hanno avuto modo di sperimentare nuove metodologie di insegnamento e di apprendimento: dopo le fatiche iniziali e gli scontati aggiustamenti, tutto il processo formativo-educativo è filato via senza gravi intoppi. Da quanto ho potuto capire le nostre Scuole, sia in Croazia, sia in Slovenia, hanno affrontato questa sfida in maniera adeguata e preparate; potremmo dire che sono stati tutti promossi a pieni voti. La nostra gratitudine va certamente ai nostri docenti, alle direzioni didattiche, a tutto il personale scolastico, per il grande impegno e il cuore che ci hanno messo per assicurare lo svolgimento delle lezioni e portare a termine nel migliore dei modi l’Anno Scolastico. Alla fine tutti abbiamo appreso nuovi metodi di comunicazione e di studio che ci hanno arricchito, scoprendo i lati positivi delle nuove tecnologie comunicative di cui a volte vediamo solamente quelli negativi, rimproverando le nostre figlie e i nostri figli per il loro uso smodato ed eccessivo.

Ora inizia un nuovo Anno in cui grande attenzione dovrà essere rivolta sì allo studio e all’insegnamento, ma anche alla cura di sé e di chi ci sta vicino per evitare la diffusione del contagio, mettendo a frutto l’esperienza accumulata nei trascorsi mesi. Sono certo che ciò avverrà senza alcuna difficoltà: le nostre Scuole sono pronte ad accogliere nel modo più adeguato i discenti in piena sicurezza!
La contingenza epidemiologica finirà e sapremo affrontarla e superarla con successo.
Ciò che è emerso chiaramente è anche l’importanza delle relazioni sociali, messe a dura prova durante il periodo di distanziamento fisico. Siamo fatti di relazioni senza le quali non possiamo esistere; le relazioni contribuiscono a formare la nostra identità, a definire chi siamo. Dalla qualità delle relazioni dipende molto il nostro stare bene, con gli altri e con noi stessi e a far star bene chi si relaziona con noi. Anche questo aspetto è parte importante del procedimento educativo.

In un mondo dominato dalle immagini, non dobbiamo dimenticare che l’apprendimento è parola, è lingua, è memoria semantica. “Senza la memoria del senso, muoiono le parole, il vocabolario si riduce, ma soprattutto si appiattisce quella modulazione che personalizza un termine. Così l’uso delle parole stesse si riduce, la composizione delle frasi, del periodare proprio del linguaggio diventa sterile e, di conseguenza, il pensiero si impoverisce. (…) E si cancella persino la bellezza, che è parte della civiltà e della creatività.” (cit. Vittorino Andreoli). Si riduce, in definitiva, la nostra capacità di stare al mondo in maniera consapevole, utilizzando la ragione per assumere decisioni autonome e pertinenti, per il bene nostro e di quello altrui.

Infine la bellezza, appunto, della lingua italiana. Fondamentale rimane, e dovremo mettere sempre più al centro del nostro sistema educativo-istruttivo la nostra bella lingua italiana. Si parla molto della questione linguistica, da diversi punti di vista, con approcci metodologici diversi, ma sarebbe indispensabile definire una strategia unitaria, frutto di un ragionamento quanto più aperto, plurale e innovativo. I nostri Istituti scolastici e prescolari sono frequentati da allieve e allievi di varie etnie, culture, religioni, tradizioni e lingue, dove spesso quella italiana non è preponderante. Tuttavia, le Scuole con lingua d’insegnamento italiana non possono rinunciare alla propria ragione d’essere, al motivo per cui esistono, sono state costituite e sono sostenute dalle Istituzioni della Comunità Nazionale Italiana a 360 gradi. L’italiano, lo sappiamo, non si insega solamente durante l’ora di lingua italiana, ma durante tutto il percorso formativo, in tutte le materie e durante tutto il soggiorno dei discenti a scuola, da parte di tutte il personale docente e non docente. Per tale motivo è necessario fare riferimento allo Statuto Speciale Annesso al Memorandum di Londra del 5 ottobre 1954, ereditato dalla Slovenia e dalla Croazia che si sono impegnate a rispettare, il quale prevede chiaramente come l’insegnamento deve essere impartito da docenti di madre lingua italiana, ossia, secondo l’esistente classificazione delle competenze linguistiche, da chi ha una padronanza della lingua a livello C2. Le legislazioni nazionali e il nostro agire politico non possono prescindere da questo imperativo.

A tutte le bimbe e i bimbi, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti, i genitori e le famiglie allargate, alle Direttrici, Direttori e Presidi, ai docenti e al personale non docente, formulo gli auguri più sentiti di Buon inizio di Anno Scolastico.
Buon lavoro e buona fortuna.

Foto: Archivio personale
Foto: Archivio personale