In un futuro non tanto lontano, che richiama Blade Runner ed atmosfere cyberpunk i protagonisti si muovono in un crocevia del controspionaggio alla ricerca di un uomo misterioso, in condizioni meteorologiche proibitive, tra nuove terribili armi ed un pericolosissimo killer. Tavole di grande impatto, realizzate da Romeo Toffanetti, apprezzato disegnatore, in grado di usare con maestria il segno classico, ma soprattutto di dare all'opera una visione originale, che emerge in maniera straordinaria quando rivisita in chiave futura le città. “Io ho visto sempre Trieste – ci racconta- come una Montecarlo dell’est, con quella sua costiera straordinaria. Questa è una città con architettura asburgica, ma in Italia, dai palazzi con statue straordinarie. Ho pensato che sarebbe bello ambientarvi una storia di Nathan Never rendendo la città fantascientifica. Gli spunti qui sono infiniti e lo stesso si può dire di Lubiana: la città, il centro, i draghi, il fiume che la attraversa sono stimolanti dal punto visivo. Perché, quindi, disegnare città che non esistono e non rendere invece fantascientifiche quelle che conosciamo?".

Trieste sembra sposarsi bene con le avventure dell’agente dell’agenzia Alfa. “Questa è una storia di spionaggio, raccontata in un doppio albo, quindi si ambientava benissimo a Trieste che è una città di porto e di confine".

Non è la prima volta che Toffanetti rivisita in chiave futuristica le città in cui ha vissuto. È accaduto anche con Pordenone. “Era una serie di sedici illustrazioni, apparse sul Gazzettino che si intitolava 'Diario di un sopravvissuto' e raccontava la storia di un reduce che dopo un’ipotetica guerra tornava in una Pordenone vuota, trasformata e fantascientifica. Questo è un tema che mi ha sempre ispirato, mi è sempre piaciuto rivisitare i luoghi in cui vivo ed immaginare come saranno domani”.

Stefano Lusa

La città del vento Foto: Archivio personale
La città del vento Foto: Archivio personale
La città del vento Foto: Archivio personale
La città del vento Foto: Archivio personale