Foto: Reuters
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“Stiamo entrando in una nuova era nella quale saranno necessarie decisioni che potrebbero cambiare profondamente le economie”, e nella quale bisognerà fare delle scelte.
Con queste parole Mario Draghi, ex presidente della Banca centrale europea, inventore del Quantitative Easing, l’acquisto massiccio di titoli di stato da parte della BCE per tutelare le economie degli stati europei, e indicato come il salvatore dell’euro, ha presentato il rapporto 2020 del G30, il gruppo di economisti e finanzieri che offrono consulenza sulle grandi questioni di economia monetaria e internazionale.
Draghi ha lanciato un vero e proprio monito: non si potrà continuare ad alimentare debito all’infinito, ben presto, quando l’emergenza Covid comincerà ad arretrare, i fondi dovranno essere messi a disposizione dell’economia reale e di attività realmente produttive, ecco perché, nell’economia post Covid, “non tutti potranno salvarsi”.
Lo sforzo compiuto finora “è stato ben fatto, era necessario”, ha detto, ma ora si dovrà passare a una fase in cui “decidere quali compagnie dovranno essere aiutate”.
Si tratta di scelte non rinviabili perché, ha detto l’ex presidente della BCE, le economie globali si avvicinano “al bordo di una scogliera”, in un situazione in cui le difficoltà dell’economia reale potrebbero creare delle insolvenze che attirerebbero nella spirale anche il sistema bancario.
Sulla stessa linea anche Raghuram Rajan, economista ed ex governatore della Reserve Bank of India, che ha invitato a pensare “al periodo successivo alla pandemia per assicurare una sostenibilità di lungo periodo alle imprese”.
Il rapporto non suggerisce delle ricette, ma raccomanda di mettere in campo politiche coerenti e di lungo periodo per evitare la creazione di “masse di imprese zombie”, che sopravviveranno a stento, sottraendo risorse alle attività più sane.
Il rapporto non cita espressamente l’Europa, ma pensare alle strategie d’impiego del Recovery fund è immediato, e mette ancor più in evidenza la necessità di piani precisi e lungimiranti per l’impiego dei fondi che saranno erogati ai singoli paesi.

Alessandro Martegani