Foto: Archivio personale
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Usciti da un anno difficile, quali le speranze per il 2021?

"Nel messaggio di auguri alla CNI ho definito il 2020 un annus horribilis, un anno terribile. Tutti abbiamo sofferto, stiamo soffrendo; alcuni di noi hanno perso delle persone care. Non ci sono più i contatti fisici, abbiamo perso tutto quell’aspetto della socialità che è generalmente importante e forse lo è ancora di più per una comunità come la nostra. Si è capito che alcuni gesti molto semplici, alcune parole e alcune premure che possiamo rivolgere gli uni agli altri, alcuni dialoghi che possiamo avere al posto di alzare la voce, sono fondamentali anche per noi. Quindi, tutta la nostra struttura dell’UI ha risentito e risente in maniera pesante di questa situazione, torno a ripetere, forse più di qualche altro gruppo. L’auspicio è che ne usciamo quanto prima e che il 2021 sia un anno migliore".

Nonostante le oggettive difficoltà, il 2020 non ha fatto mancare il dibattito, il confronto interno alla CNI.

"Sì, diciamo che c’è volontà di dibattito, di partecipazione, di essere presenti e di realizzare - anche se in modo molto diverso, meno coinvolgente ed esclusivo - le attività delle CNI. E c’è una volontà da parte dei connazionali di essere partecipi di quelli che sono i processi decisionali, o almeno ai momenti in cui sono assunte determinate decisioni e quindi c’è la volontà di dire “sì, noi ci siamo”. Noi ci siamo in tutti i sensi, sia con l’impegno politico, sia con le attività che stiamo svolgendo - e vediamo anche in questi giorni quante manifestazioni sono state realizzate: Festival dell’ istrioto, Voci Nostre e poi tutta una serie di altri appuntamenti portati avanti dalle nostre istituzioni, dai nostri sodalizi naturalmente utilizzando tutte le precauzioni del caso per impedire il diffondersi dell'epidemia, e anche utilizzando tutte le nuove tecnologie, il che dimostra la grande capacità innovativa e di adattamento della CNI".

Perciò l’UI – abbiamo sentito in questi giorni - è riuscita a portare a termine gran parte dei progetti e iniziative?

"Diciamo che una parte rilevante delle attività è stata realizzata, per un’altra si sono trovate alternative usando piattaforme digitali e nuove tecnologie. Tutti hanno potuto seguire su Facebook per Natale il Festival della canzone per l’infanzia e, prima ancora, la settimana del dialetto istrioto, innovativo e di grande successo, realizzato e curato molto bene, per il quale gli organizzatori hanno voluto sfruttare al meglio le opportunità che vengono dal Web, quindi da questo mondo virtuale nel quale ci stiamo rifugiando per poter comunicare. Tutto questo può e deve farci riflettere nel senso che quando ritorneremo alla normalità - e spero quanto prima - dovremo tenere conto anche del lavoro fatto in maniera alternativa e continuare ad affiancare alle manifestazioni in presenza l’utilizzo del Web in modo da rendere le nostre attività fruibili e godibili a un vasto pubblico. Perciò cerchiamo di trarre un insegnamento per il futuro anche dalle cose negative".

Dal punto di vista politico invece come è stato il 2020?

"È stato un anno in cui alcune regole di finanziamento da parte dell’Italia sono cambiate, sono diventate molto più stringenti e rigide, un po’ in controtendenza rispetto alle regole che sono diventate più flessibili -anche a causa dell'emergenza epidemiologica - da parte degli stati domiciliari, Croazia innanzitutto, ma anche Slovenia. È stato un anno in cui come Unione Italiana abbiamo subito alcuni gratuiti attacchi, polemiche assolutamente fuori luogo che abbiamo smentito con argomenti. È stato un anno in cui abbiamo visto aumentare le risorse per la CNI in Slovenia e soprattutto in Croazia; un anno in cui l'azione politica svolta dall'UI nei paesi domiciliari è stata, credo, molto opportuna ed efficace; un anno che poi si è concluso molto bene anche con la visita e l'incontro che abbiamo avuto a Zagabria con il ministro degli affari esteri italiano Luigi Di Maio. Quindi, un anno complesso in cui però, forse - anche qui cercando di tirare fuori le cose positive - si è avviata una maggiore riflessione che spero ci consentirà di far capire meglio le nostre particolarità, specificità e ragioni nei confronti della Nazione Madre, ma anche nei confronti di Croazia e Slovenia. L’azione che abbiamo svolto sulla Legge sulle autonomie regionali e locali nei confronti di Zagabria assieme al nostro parlamentare Furio Radin è stata oltremodo efficace. Rimangono aperti alcuni nodi sia in Croazia sia in Slovenia però, almeno per quanto riguarda la prima, si è riusciti a fare in modo che si crei, tra Zagabria e Roma, un luogo, uno spazio, un tavolo in cui governo italiano e croato assieme all'Unione italiana discuteranno e analizzeranno lo stato di attuazione del Trattato sulle minoranze. È un passo importante. Se poi guardiamo come il Consiglio d'Europa ha valutato lo stato di attuazione delle lingue regionali e minoritarie in Croazia e Slovenia, con particolare riferimento alla lingua italiana, vediamo che sono state recepite ampiamente quelle che sono state le preoccupazioni e le indicazioni che abbiamo dato noi come Comunità nazionale italiana".

Nel 2021 ci attendono censimento, amministrative in Croazia, ma anche impegno per il rifinanziamento della 73/01 che ha carattere triennale.

"Quest’anno si prospetta molto impegnativo. Io aggiungerei ai temi che ha posto lei il 30. esimo dell'UI e questa nuova importante fase di approfondimento dei rapporti con la FederEsuli, la Federazione degli esuli istriani fiumani e dalmati in Italia. Il censimento è la prima sfida che abbiamo davanti e ci stiamo già attrezzando per una campagna di sensibilizzazione di tutti i connazionali. Qui dipenderà molto da come il censimento sarà svolto e anche dall’andamento dell’emergenza epidemiologica. Dobbiamo però essere certi che dell’azione di sensibilizzazione, di responsabilizzazione dei nostri connazionali per quanto riguarda la dichiarazione di appartenenza nazionale, di appartenenza etnica. Certo ci sono tante identità, ognuno di noi ha identità diverse però quella che dobbiamo dichiarare al censimento è l'identità italiana. Abbiamo visto anche adesso con la Legge sulle amministrazioni locali quanto sia importante la percentuale di presenza italiana sul territorio per potere avere determinati diritti. Quindi questo è un punto fondamentale".

"Il rifinanziamento della Legge che sancisce i contributi dall’Italia è altrettanto importante; dobbiamo concentrarci su questo e dobbiamo farlo assieme ai nostri amici e fratelli esuli, marciare uniti e compatti in questa direzione sia per il rifinanziamento della nostra legge sia per quello degli amici esuli e sono convinto che sapremo fare un percorso comune".

"Vi è poi il 30. esimo dell’UI che è un importante anniversario che celebrerà non solo i tre decenni della nuova Unione, ma sarà occasione per fare un bilancio più ampio sulla vita dell’intera CNI in questi anni, e non perché l'UI è l’unica espressione onnicomprensiva, ma perché è l'unica organizzazione che noi italiani ci siamo dati tra Croazia e Slovenia e che segue tutti gli aspetti complessivi, unitari degli italiani dei due paesi".

Infine un augurio per il 2021?

"Credo che, aldilà di quelli che sono i desideri e gli auspici che facciamo sempre tra Natale e Capodanno, quest' anno dobbiamo aggiungerne alcuni particolari che sono quelli della comprensione della fragilità umana, della fragilità di ognuno di noi e quindi della comprensione della fragilità della CNI, Comunità nazionale che ha bisogno di dialogo e dialettica come ho detto all'inizio, ma ha bisogno di unità nella diversità; bisogno di discussione sì, ma poi di sintesi e compattezza per marciare tutti uniti verso una serena e proficua collaborazione tra tutte le istituzioni nel senso più ampio del termine, tra tutte le persone, tra tutti i connazionali perché dobbiamo renderci conto che quello che abbiamo davanti è la necessita di fare bene e di fare del bene per il bene dei nostri connazionali".

Lionella Pausin Acquavita