Maurizio Tremul e Carlo Campanile Foto: Archivio personale
Maurizio Tremul e Carlo Campanile Foto: Archivio personale

“Mi sembra che alla fine per quanto riguarda Italia e Slovenia la questione possa essere definita certamente più accettabile di prima, rimane invece aperta la questione con la Croazia sulla quale dobbiamo ancora capire se ci sarà una disponibilità nella stessa direzione” così il presidente dell'Unione Italiana, Maurizio Tremul che si dice impegnato -naturalmente assieme ad altri enti ed istituzioni -ad alleggerire la vita per quanti ogni giorno vuoi per motivi, di lavoro, di studio o altre attività devono superare le frontiere.

Un argomento -racconta il presidente dell’Unione Italiana -affrontato pure nell’ incontro di venerdì scorso con l’ambasciatore d’Italia a Lubiana, Carlo Campanile: “Ho auspicato che ci sia, attraverso i normali canali diplomatici, una sensibilizzazione nei confronti di Lubiana affinché si individuino quelle soluzioni che possano creare il minor numero possibile di disagi, tenuto conto della giusta preoccupazione per il contenimento dei contagi”.

Con l’ambasciatore Campanile discusse pure altre questioni quali il percorso di regionalizzazione in Slovenia dice Tremul: “Sulla regionalizzazione, in fase iniziale, l’auspicio che ho presentato e che non è soltanto mio, ma condiviso con molti connazionali con i quali stiamo dialogando in maniera aperta in questo periodo, è quello che si arrivi a rispettare lo Statuto speciale annesso al Memorandum di Londra e dunque la particolarità del nostro territorio d’insediamento stoico in Slovenia; che si addivenga quindi alla costituzione di una provincia a statuto particolare, speciale, autonomo o come lo vogliamo chiamare che comprenda le municipalità di Ancarano, Capodistria, Isola e Pirano e nella quale la componente italiana potrà essere adeguatamente valorizzata. Si promuoverebbero pure le particolarità della Slovenia che è un paese piccolo, ma ha tante identità che convivono e che possono svilupparsi in maniera molto più efficace".

E non poteva essere valutata che positivamente la bocciatura dell’emendamento “schedatura” nell’ambito della Legge sulla residenza. “Ho espresso soddisfazione per la bocciatura dell’emendamento del Partito nazionale sloveno e quindi reputo che l’iniziativa civica postata avanti da alcuni connazionali, ma anche da esponenti della comunità slovena del territorio sia un segnale di vivacità di quest’area nonché un segnale che fa si che gli italiani in Slovenia e gli istriani si sentano responsabili e partecipi verso dei temi che sono molto sensibili e che rischiano di andare ad inclinare anche la possibile convivenza sul territorio” rileva il presidente UI .

Territorio che comunque - se vogliamo allargare il discorso all’Istria croata - dimostra la volontà di convivenza, collaborazione anche attraverso l’affermazione di prodotti tipici e ora parte l’iniziativa della denominazione trilingue. “Questo tema rientra nel giusto ruolo di vigilanza che la nostra Nazione Madre svolge per quanto riguarda il rispetto dei nostri diritti sul territorio. Qui la lingua ufficiale è l’italiano come lo è nell’Istria croata e quindi mi sembra normale, naturale e ovvio che questi prodotti tipici abbiano una dicitura trilingue. Oltre che a un significato morale, questo avrebbe una valenza grandiosa nella promozione della multietnicità e del plurilinguismo in quest’area dove molti turisti che arrivano durante tutto l’anno sono turisti italiani e quindi c’è anche un aspetto economico che non va sottovalutato” conclude Tremul che alla domanda se va inclusa nel contesto della promozione dell’ identità pure la collaborazione con TV Nova, l’ emittente polese che da oggi trasmette il primo TG in lingua italiana risponde: “Si tratta di una collaborazione che ha grande valore, poiché consente di avere all’interno della TV privata più guardata nella Regione istriana e quella che ha il maggior share tra tutte le tv private in Croazia, l’ inserimento di un telegiornale quotidiano in lingua italiana con tutta un'altra serie di altri programmi in lingua italiana e mi sembra che anche questa sia una risposta adeguata a tutte le richieste che provengono da territorio “.

Lionella Pausin Acquavita