È giunta fino in al parlamento italiano la vicenda che ha coinvolto la giunta regionale del Friuli Venezia Giulia e Amato De Monte, medico rianimatore, direttore del dipartimento di anestesia e rianimazione di Udine, nominato alla guida della Sores, la Sala operativa dell’emergenza regionale.
Fin dall’annuncio della nomina, erano state sollevate riserve per la decisione di saltare la procedura con concorso, con un bando già avviato, scavalcando quattro professionisti già in lizza, e affidare direttamente l’incarico a De Monte. Le opposizioni in Consiglio regionale, ma anche la senatrice di Forza Italia Laura stabile, avevano espresso forti perplessità sulla procedura di nomina, ma la polemica si è letteralmente incendiata quando si è diffusa la notizia che il futuro direttore della Sores, che avrebbe dovuto essere fra i primi a vaccinarsi in quanto sanitario e 63 enne, non risulta vaccinato nei registri dell’azienda sanitaria.
Una circostanza confermata dallo stesso De Monte, che però ha giustificato la decisione parlando del suo stato di salute, rinviato al mittente le accuse di essere contrario ai vaccini, e annunciato di aver fatto la prenotazione, senza però dire quando e dove sia stata programmata.
Le giustificazioni non hanno convinto le forze politiche di opposizione, e nemmeno molti dirigenti della sanità, che hanno sottolineato come, nel pieno della campagna vaccinale, in un momento in cui la giunta sta lavorando per convincere i sanitari che ancora non sono vaccinati a farlo prima di dover prendere i provvedimenti previsti dalla normativa nazionale, nominare una persona non vaccinata al vertice dell’emergenza regionale non sia certo un buon messaggio. Sulla vicenda sono intervenute in modo molto critico anche otto sigle sindacali della dirigenza sanitaria.
Le opposizioni in Consiglio regionale hanno attaccato sia De Monte, sia l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi, chiedendone in alcuni casi anche le dimissioni: “La promozione di un professionista sanitario non vaccinato ai vertici della sanità regionale – ha detto segretario provinciale del Partito democratico di Udine Roberto Pascolat - è un grave colpo alla credibilità di una campagna vaccinale già ai minimi per percentuale di adesioni.”
Sulla vicenda hanno presentato della interrogazione alla Camera e al Senato anche la deputata ed ex ministra della salute, Beatrice Lorenzin, e la senatrice Tatjana Rojc, chiedendo al ministro Roberto Speranza d’intervenire per chiarire “se sussistono elementi per intervenire sulla Regione affinché De Monte venga ricollocato o sospeso dall'incarico”.
Nel testo viene richiamato anche il decreto legge dello scorso primo aprile, che sottolinea come “le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione”, considerata un “requisito essenziale per l'esercizio della professione”, e prevede in caso contrario “la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio”. Una posizione che appare fra l’altro del tutto trasversale, visto che anche il capogruppo al Senato di Fratelli d'Italia, il pordenonese Luca Ciriani, ha definito la condizione di De Monte “di assoluta incompatibilità con il suo ruolo”.

Alessandro Martegani