Essere “sempre, ovunque e prima di tutto italiani”: sono le parole con cui Nazario Sauro, l’irredentista istriano, impiccato il 10 agosto 1916 a Pola dalle autorità austro-ungariche dopo essere stato fatto prigioniero, dava l’addio, in una lettera, ai suoi figli.
Dopo 105 anni, il suo esempio e la sua memoria rimangono scolpiti in molti luoghi della città di Trieste e vengono ricordati ogni anno con una serie di cerimonie organizzate dal Comitato per le Onoranze all'eroe capodistriano.
Nato a Capodistria il 20 settembre 1880, andò in Italia Sauro allo scoppio delal Prima guerra mondiale e si arruolò nella Regia Marina quando Roma decise di entrare nella Prima Guerra Mondiale, dando indicazioni per effettuare incursioni sul litorale istriani. Nel luglio 1916 il sommergibile Pullino sul quale era imbarcato si arenò all’ingresso del Golfo del Carnaro: fu catturato con l’equipaggio dagli austriaci e condannato a morte in quanto suddito asburgico che combatteva per un esercito nemico. Consapevole dei rischi, aveva lasciato una lettera indirizzata al maggiore dei suoi cinque figli, in cui ribadiva l’orgoglio per la propria nazionalità.

Un esempio, sottolinea Fulvio Sluga, presidente del comitato per le onoranze, che è stato e sarà sempre presente nella memoria e nella cultura della città: “È con la memoria – dice - che i popoli progrediscono verso il futuro, senza memoria non c'è popolo e sicuramente Nazario Sauro è il simbolo delle migliaia di irredenti che per far ricongiungere queste terre giuliane alla madrepatria hanno sacrificato la vita”. Una memoria aggiunge Sluga, che fa parte integrante della città di Trieste, che ha sempre ben presente l’esempio di Nazario Sauro, anche oggi, con il capoluogo giuliano diventato un centro turistico e internazionale: “Non sono delle cose incompatibili, fanno parte del tessuto sociale e storico della città, e quindi siamo assolutamente soddisfatti di come Trieste risponde alle nostre iniziative, e convinti che anche per i turisti far conoscere questa parte di storia sia molto importante”.

Le cerimonie erano iniziate la mattina con l’alzabandiera nel Piazzale Marinai d’Italia, poi nel pomeriggio, al Parco della Rimembranza sul colle di San Giusto, è stato deposto un mazzo di fiori al cippo che ricorda Nazario Sauro e, dopo la messa nella Chiesa della Beata Vergine del Soccorso, un breve corteo ha raggiunto le rappresentanze delle associazioni combattentistiche e d’arma davanti al monumento del patriota istriano sulle rive della città, dove è stata data lettura del testamento spirituale di Nazario Sauro e della motivazione della Medaglia d’Oro. Quest’anno le cerimonie sono anche state documentate, per la realizzazione di un documentario sulla figura di Nazario Sauro da proporre alle scuole.

Alessandro Martegani