Foto: Reuters
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Il Qatar ospiterà i prossimi Mondiali di calcio, nell’inverno del 2022. Qualche settimana fa Josh Cavallo, primo calciatore professionista a fare coming out in attività, aveva manifestato alcuni timori di dover giocare in Qatar, dove l'omosessualità è illegale e punibile fino a tre anni di carcere.
Successivamente Asser Al-Khater, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali in Qatar 2022, ha risposto al calciatore dicendo che sarebbe «il benvenuto in Qatar» e descrivendo il suo Paese come un luogo «tollerante, accogliente e ospitale». Il presidente ha tuttavia voluto precisare che le manifestazioni di affetto pubbliche tra giocatori omosessuali non saranno consentite.
“Le manifestazioni pubbliche di affetto tra gay sono disapprovate e questo vale per tutti. Il Qatar e i Paesi limitrofi sono molto conservatori e chiediamo ai tifosi rispetto. Siamo sicuri che lo faranno, così come noi rispettiamo le diverse culture, speriamo che lo sia anche per la nostra” ha dichiarato Al-Khater, che ha precisato che i giocatori Lgbtq+ potranno giocare regolarmente, ed a prescindere dall'orientamento sessuale, tutti coloro che saranno presenti nel Paese in occasione della Coppa del Mondo saranno tutelati e “potranno fare ciò che farebbe qualsiasi altro essere umano”.
Si tratta dell’ennesimo episodio che incrocia il mondo dello sport con quello dei diritti civili. Ad esempio, lo scorso giugno la Uefa, in occasione degli Europei del 2020, ha rifiutato di illuminare l'Allianz Arena di Monaco con i colori arcobaleno in occasione del match tra Germania e Ungheria, dopo l’approvazione del governo Orban di una legge che penalizza gli omosessuali.
Sempre in Qatar, invece, lo scorso anno il sette volte campione del mondo di Formula 1, Lewis Hamilton, in occasione del locale gran premio ha indossato un casco con la bandiera arcobaleno con le parole "Stiamo insieme".

Davide Fifaco