Foto: Reuters
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Scattano oggi le nuove restrizioni per chi non è in possesso del Green pass: il governo italiano sta ancora valutando l’elenco di attività commerciali alle quali non si potrà più accedere senza certificazione, ma intanto da oggi sarà necessario almeno il Green pass semplice, quello che si ottiene con un tampone negativo, per accedere a tutti servizi alla persona come parrucchieri, barbieri ed estetisti.
Si tratta però di un elenco destinato ad allungarsi, e saranno ben poche le attività considerate “primarie” in cui non sarà richiesta alcuna certificazione, come ad esempio gli alimentari, le farmacie, gli ottici, i negozi per acquistare legna o pellet per il riscaldamento, e gli uffici postali, ma solo per ritirare la pensione. Libero accesso anche dai benzinai, nei mercati e nelle edicole, ma non per i tabaccai, anche se la questione è ancora in discussione, soprattutto per motivi pratici, legati alla difficoltà per i titolari delle tabaccherie di controllare i Green pass per un’operazione che dura pochi secondi.
Di certo c’è che dall’11 febbraio in Italia sarà necessario il Green pass per accedere a uffici pubblici, servizi postali, bancari e finanziari, e a quasi tutte le attività commerciali.
Una serie di restrizioni, che di fatto limiteranno ulteriormente la vita sociale dei non vaccinati, valide in tutto il paese, e che, secondo i governatori delle regioni, rendono pressocché inutile l’attuale sistema a colori.
Proprio nella settimana in cui molte regioni, fra cui il Friuli Venezia Giulia, vanno verso l’area arancione, i governatori hanno chiesto profonde modifiche alle regole di gestione della pandemia: eliminazione delle aree arancioni e gialle, di fatto attualmente valide solo per i non vaccinati che sono già fortemente limitati, mantenendo solo le arre rosse, e una modifica del calcolo del numero dei ricoverati, considerando casi di Covid soltanto i pazienti ricoverati a causa della malattia, senza includere gli asintomatici in ospedale per altre patologie.
Il governo sembra disponibile, ma ha frenato sulla richiesta di ridurre a cinque giorni la quarantena per i positivi sintomatici. Si pensa anche a una rimodulazione del tracciamento, che dovrebbe riguardare solo i sintomatici visti gli alti numeri dei contagi, e degli asintomatici in quarantena, che stanno di fatto bloccando molte attività e servizi pubblici nel paese.

Alessandro Martegani