Foto: EPA
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Un negoziatore ucraino ha affermato che i colloqui con la Russia non hanno portato a risultati che migliorino sensibilmente la situazione, sono stati però fatti dei piccoli passi avanti per quanto riguarda i corridoi umanitari, per permettere la fuga dei civili dalle città sotto attacco dell'esercito russo. Finora, diversi tentativi di istituire dei corridoi umanitari sono infatti falliti, principalmente perché il cessate il fuoco non aveva retto.
"Speriamo che i prossimi tentativi di realizzare corridoi umanitari vengano intrapresi a breve", ha detto invece un negoziatore russo. È comunque troppo presto per poter dire qualcosa di positivo dopo il terzo round di negoziati.
La Russia era disposta a mettere fine in un istante alle operazioni militari in Ucraina se Kiev avesse accettato le richieste di Mosca, ovvero il cambio di costituzione al fine di dichiararsi neutrale, e quindi rinunciando a entrare nella NATO, il riconoscimento della Crimea come territorio russo e il riconoscimento delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk nel Donbass. Lo ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmirty Peskov, citato dalla stampa russa. Il negoziatore ucraino ha intanto fatto sapere che Kiev non è pronta a negoziare l’integrità territoriale del Paese, è però aperta alla possibilità di rinunciare a entrare nell'Alleanza Atlantica.
I capi-diplomazia di entrambi i Paesi si incontreranno giovedì, 10 marzo, in Turchia.
Al contempo i combattimenti non cessano: la parte russa e quella ucraina si accusano a vicenda di continuare gli attacchi. Il ministero della Difesa ha dichiarato che l'obiettivo è chiaramente l'infrastruttura di comunicazione, per impedire agli ucraini l'accesso a informazioni. Colpite soprattutto le zone meridionali e orientali del Paese, tra cui Kiev, Kharkiv e Mariupol. Numerose le vittime tra i civili, morto anche il sindaco di Gostomel, cittadina sede dell'aeroporto strategico Antonov, già teatro di scontri. Finora i danni alle infrastrutture ammontano a 10 miliardi di dollari.
Le Nazioni Unite hanno riferito che dall'inizio della guerra in Ucraina è stata confermata la morte di 406 civili, tra cui 27 bambini. L'Alto commissariato Onu per i rifugiati ha fatto sapere che è aumentato ad oltre 1,7 milioni il numero di persone fuggite dall'Ucraina, di cui oltre un milione hanno raggiunto finora la Polonia. Secondo l'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, in Europa potrebbero giungere fino a 5 milioni di profughi ucraini.
Non si ferma però neanche la diplomazia internazionale: a Londra si sono incontrati i premier britannico, canadese e olandese, che hanno discusso - tra l'altro - di nuove sanzioni contro la Russia. Secondo il primo ministro, Justin Trudeau, il Canada ha annunciato l'ampliamento delle sanzioni ad altri dieci fra individui ed entità russe. Londra ha intanto formalizzato un incremento degli aiuti extra a Kiev pari a 175 milioni di sterline, fino a un totale di 400 milioni.
Nel corso della sua visita a Vilnius, la Lituania ha chiesto al segretario di Stato americano, Anthony Blinken, di assumere una posizione più rigorosa nel fermare l'invasione della Russia in Ucraina. Tuttavia, in un momento in cui in Lituania si stanno diffondendo timori che il leader del Cremlino, Vladimir Putin, non intenda fermarsi in Ucraina, Blinken ha annunciato il trasferimento delle truppe americane nei Paesi baltici.
Il segretario di Stato Usa ha poi parlato dell'istituzione di una no fly zone: rischierebbe di "creare un conflitto diretto tra i nostri Paesi e la Russia e così una guerra più ampia, cosa che non è interesse di nessuno, compreso il popolo ucraino".


E. P.