Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone è in volo con la moglie da Roma a Palermo. Solo poche ore dopo i due saranno uccisi in un attentato. Un atto di vendetta dopo che, nel maxiprocesso del 1986, Falcone era riuscito a portare in aula oltre 400 imputati affiliati a Cosa Nostra. Il tempo sospeso del volo costituisce la cornice dell’opera e intreccia vissuto e pensieri di Falcone con ricordi e resoconti dell’attentato imminente.

Oggi a 30 anni dall’attentato mortale al giudice Giovanni Falcone si continua a parlare di mafia, ma - grazie al suo lavoro - con una coscienza diversa. Nel 2007 Nicola Sani con Franco Ripa Di Meana ha scelto di ripercorrere nell’opera Falcone, questa «ferita aperta nella storia d’Italia». In termini musicali, Sani fa risuonare la testimonianza di un’epoca con un linguaggio musicale sperimentale, creando diversi piani sonori fra ritmo, recitazione e canto. L'opera ha avuto già due messe in scena, la prima a Reggio Emilia (con la regia di Ripa Di Meana) e la seconda a Berlino.

A Trento si è trattato del terzo allestimento, in cui il regista Stefano Simone Pintor, ha voluto fare appello a una partecipazione civile attiva, annullando ogni barriera tra spettatori e palcoscenico. Non c’è un «noi» e un «loro» poiché, come sostiene Pintor, «nella lotta contro il crimine organizzato la responsabilità è di tutti». Il nuovo allestimento è stato messo in scena al Teatro Sociale di Trento per la Fondazione Haydn.

Nella puntata di Sonoramente Classici vi proponiamo le interviste a Nicola Sani e Franco Ripa Di Meana.