Foto: Wikipedia
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"Vogliamo la sospensione delle adunate annuali degli alpini per due anni". Questa la richiesta della petizione online lanciata su Change.org, in seguito alle denunce di casi di molestie avvenute durante il raduno delle penne nere a Rimini (attualmente le segnalazioni raccolte sono circa 500).

Una proposta giunta poco dopo che la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti aveva condannato l'accaduto, definendolo "gravissimo e inaccettabile per le istituzioni, in particolare per uomini che sono e devono essere al servizio dello Stato". "L'Italia", ha aggiunto la ministra, "si fonda sulla piena parità di genere e quindi deve ripudiare con forza quella sub-cultura di prevaricazione del maschile nei confronti del femminile. Quell'utilizzo del femminile come un oggetto che non è davvero compatibile con i principi costituzionali".

L'Associazione nazionale degli alpini è intervenuta condannando i fatti accaduti che avrebbero infangato quello che è sempre stato un simbolo "di amore, rispetto e solidarietà verso il prossimo"; ma anche prendendo le distanze dalla cosa, visto che ha parlato della possibilità che si sia trattato di infiltrati che non c'entravano nulla con il corpo.

Il prossimo appuntamento si dovrebbe tenere tra un anno a Udine dove il corpo degli alpini è di casa e dove la locale sezione dell'Associazione è intervenuta immediatamente per tentare di fugare i dubbi sull'opportunità di ospitare il raduno dichiarando all'Ansa che "a fronte di quello che potrebbe essere successo a Rimini, che deve ancora essere accertato, l'Ana di Udine farà tutto ciò che è nelle sue possibilità per garantire la massima sicurezza a tutti, e in particolare alle donne, in occasione della prossima adunata nel capoluogo friulano nel 2023".

Barbara Costamagna