Foto: Reuters
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L'area portuale di Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina, è stata colpita da "proiettili a grappolo proibiti" e ci sono vittime. Lo riferisce il governatore locale, secondo il quale dieci missili sono stati lanciati sulla città nell'arco di 25 minuti.
Decine di vittime e di feriti anche nel villaggio di Sergiyivka, nella regione di Odessa, in seguito di un attacco missilistico russo.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando quanto riferito dalle autorità ucraine sugli attacchi russi, ha dichiarato che le forze armate di Mosca non attaccano obiettivi e infrastrutture civili durante le operazioni militari speciali.
"Vorrei ricordarvi - ha chiarito - le parole del presidente, comandante supremo in capo. Le forze armate russe colpiscono i depositi militari, le imprese che equipaggiano e riparano l'hardware militare, i depositi di munizioni, le aree di concentrazione e addestramento dei mercenari, compresi quelli stranieri, e gli elementi nazionalisti".

Il consigliere di Volodymyr Zelensky, Oleksiy Arestovich, nel frattempo annuncia che la Russia, dopo questi attacchi che secondo lui "hanno colpito edifici residenziali e centri ricreativi" non dovrà aspettare molto per la "risposta" delle forze armate ucraine.

Il presidente ucraino Zelensky, in un collegamento con Vienna, avverte dell'urgenza di trovare una soluzione sullo sblocco dei porti ucraini nel Mar Nero. "Se la minaccia della fame non viene rimossa e se il Mar Nero non viene sbloccato immediatamente, il risultato della crisi alimentare sarà uno tsunami migratorio che raggiungerà anche i Paesi europei, anche se l'Austria è lontana dal mare", ha affermato Zelensky.

Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha reso noto che parlerà nuovamente di "esportazione dei prodotti agricoli" dall'Ucraina con l'omologo russo Putin e il capo di Stato ucraino Zelensky.

Infine, il colosso russo Gazprom ha ridotto dell'8,6% la produzione di gas nei primi sei mesi del 2022 e del 31% l'esportazione verso i Paesi non aderenti alla Comunità degli Stati indipendenti (Csi, ex repubbliche sovietiche). La media giornaliera di esportazioni a giugno, secondo il comunicato della stessa Gazprom, è crollata di un quarto rispetto allo scorso maggio.

Davide Fifaco