Natale è un periodo di pranzi abbondanti, dolci a volontà e anche qualche eccesso, ma i dati rivelano che è anche un periodo in cui aumentano gli sprechi alimentari.
Secondo il rapporto redatto dalla società multinazionale di consulenza strategica McKinsey, ogni anno nel mondo viene sprecato tra il 33 e il 40 per cento del cibo prodotto, per un valore di circa 620 miliardi di euro, il tutto a fronte di più di tre miliardi di persone in stato d’insicurezza alimentare e 828 milioni che soffrono la fame.
Con l’arrivo del Natale gli sprechi aumentano soprattutto nel settore della ristorazione, la maggior parte, il 45 per cento, durante la fase di preparazione degli alimenti, poco più di un terzo è riconducibile agli avanzi nei piatti dei clienti, e il resto a causa del deterioramento dei cibi.

Imparare a gestire la dispensa, a dosare le porzioni, a fare la spesa in modo più efficiente, a creare un menù che punti su determinati ingredienti, sono i primi passi per ridurre lo spreco alimentare

Emiliano Citi

Secondo le valutazioni di RistoBusiness, azienda che si occupa di formazione e consulenza per la ristorazione in Italia la responsabilità di tanto spreco è da attribuire soprattutto ai ristoratori e alla loro scarsa preparazione e sensibilità all’argomento. Secondo Emiliano Citi, Ceo e fondatore di RistoBusiness e Co-fondatore del progetto Restaurant for Future (nato per sensibilizzare i ristoratori a una gestione sostenibile e senza sprechi), ristoranti e pizzerie “accolgono ogni giorno centinaia di famiglie in cerca di svago e serenità dopo un periodo terribile come quello attraversato negli ultimi anni”, ma “non possiamo perdere di vista la salvaguardia dell’ambiente e l’enorme spreco alimentare che di solito accompagna i festeggiamenti”.
“Imparare a gestire la dispensa, a dosare le porzioni, a fare la spesa in modo più efficiente, a creare un menù che punti su determinati ingredienti, sono i primi passi per ridurre lo spreco alimentare – ha aggiunto - ma appare evidente che un simile cambiamento abbia bisogno di una formazione continua di tutto lo staff, che possa mantenersi sempre aggiornato, e di una maggiore e migliore cultura manageriale”.
Fra i punti fondamentali c’è anche la necessità di comprendere come investire nella sostenibilità non salvaguardi solo l’ambiente, ma possa anche garantire un vantaggio competitivo al proprio locale, visto che ormai moltissime persone preferiscono andare a mangiare in locali che dichiarano apertamente di avere un basso impatto ambientale.

Alessandro Martegani