Foto: Reuters
Foto: Reuters

Sale ad oltre 5mila il bilancio dei morti del devastante terremoto in Turchia e Siria, ma secondo l'Oms sono fino a 23 milioni le persone potrebbero essere colpite dalle conseguenze del sisma. Oltre 20mila i feriti nella sola Turchia ma finora almeno 8.000 persone sono state salvate. L'attività sismica nella zona rimane molto alta, nella notte si sono registrate 312 scosse di assestamento. Oltre 5700 gli edifici crollati.

Apprensione anche in Italia per la sorte di una persona che si trovava in Turchia per motivi di lavoro; la Farnesina finora non è ancora riuscita ad entrare in contatto con il disperso ed anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato che "l'Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno".

Nel frattempo, è arrivato ad Adana il primo C130 dell'Aeronautica militare partito lunedì sera dall'Italia. A bordo mezzi di soccorso e uomini dei Vigili del fuoco, che porteranno aiuto alla popolazione. Ci sono 50 uomini dei team Usar di Toscana e Lazio. Si tratta di personale specializzato per la ricerca di dispersi sotto le macerie, che hanno operato nelle analoghe emergenze in Italia e all'estero. Nel gruppo, 11 sanitari e 6 unità del dipartimento della Protezione civile.

Ma la macchina dei soccorsi si è messa in moto da ogni parte del mondo. La Turchia ha "ricevuto offerte di aiuto da 45 Paesi, oltre all'Unione europea e alla Nato", ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale. E sono "3.294 i soccorritori arrivati" in Turchia "da 14 Paesi" per aiutare le autorità locali nel dopo terremoto, ha annunciato invece il vicepresidente turco.

Inoltre, un vasto incendio sta divampando da lunedì notte nel porto di Iskenderun, località costiera nel sud-est della Turchia, e vicina al confine con la Siria. Lo rendono noto vari media locali secondo cui il fuoco potrebbe avere avuto origine dalla caduta di alcuni container nel porto dovuta al sisma. Il motivo dell'incendio però non è ancora stato ufficialmente determinato.

Infine, la polizia turca ha dichiarato di aver arrestato quattro persone per i post "provocatori che miravano a creare paura e panico" pubblicati sui social turchi, che si sono riempiti di post di persone che lamentano la mancanza di sforzi di ricerca e soccorso nella loro zona, in particolare nella provincia di Hatay.

Davide Fifaco