Foto: BoBo
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Lo scontro fra maggioranza e opposizione sul destino del servizio radio-televisivo pubblico vive un'altra giornata delicata con il rimpallo di accuse fra la direzione di RTVS e i tre partiti che sostengono la coalizione di governo, intenzionata a rimuovere forzatamente il direttore generale, Andrej Grah Whatmough, e i 9 consiglieri che gli hanno rinnovato la fiducia a marzo 2022 dopo che già nel gennaio 2021 avevano votato a suo favore.
Secondo la maggioranza la nomina di Grah Whatmough è illegale, così come il licenziamento della direttrice dei programmi televisivi, Natalija Gorščak, motivi sufficienti per il licenziamento dei consiglieri in modo da preservare il servizio pubblico. La questione è calendarizzata in Aula per giugno. Gli attuali vertici di RTV Slovenia parlano invece di "chiare pressioni politiche", in particolare da parte del ministro della Cultura, Asta Vrečko, che ha dichiarato più volte che "la direzione dell'ente dev'essere sostituita" per un comportamento poco professionale e divisivo dei consiglieri, concetto ribadito oggi all'agenzia di stampa STA e motivo per il quale si è detta favorevole al licenziamento.
Di fatto, il tribunale superiore del lavoro di Lubiana ha stabilito che la prima nomina di Grah Whatmough a direttore generale di RTVS era illegale, ma la decisione della Corte costituzionale di sospendere temporaneamente l'attuazione dell'emendamento alla legge sulla riforma dell'ente radiotelevisivo, approvata con il referendum di novembre scorso, lo ha confermato ad interim.
In questo quadro complesso il leader dell'opposizione, Janez Janša, ha parlato di colpo di Stato e di estremi per un impeachment costituzionale in caso di licenziamento, anche se si è detto di non essere sorpreso da questa mossa, richiamando le parole del premier Golob che aveva detto di voler affrontare la questione RTVS in modo illegale.

Valerio Fabbri