Foto: BoBo/Borut Živulović
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Tra ambizioni, speranze e realtà, il disegno sloveno per la costruzione di un nuovo reattore nucleare - NEK 2 - ha segnato oggi un passaggio importante. Dalla centrale nucleare di Krško il premier Golob ha detto a chiare lettere che il futuro energetico della Slovenia passa inevitabilmente per un'accelerazione del mix di fonti energetiche, perché la domanda di elettricità in futuro è destinata ad aumentare. Ma bisogna fare i conti con la legislazione attuale, che non facilita la transizione verso un'energia pulita e che deve essere quindi radicalmente cambiata, onde evitare di aspettare fino al 2047 per avere una nuova centrale nucleare funzionante.
Come ha spiegato durante la conferenza stampa seguita alla consultazione pubblica negli spazi del Comune, Golob è convinto della necessità di adottare un approccio innovativo di soluzioni, compresa la stesura di leggi che saranno dedicate esclusivamente a progetti specifici, come è capitato per la legge sulle fonti energetiche rinnovabili recentemente preparata dal Ministero dell'Ambiente, dell'Energia e del Clima. E il ministro competente, Bojan Kumer, era al fianco di Golob per cercare di indirizzare il progetto sui bninari più congeniali per la realizzazione. Prima della consultazione c'è stato infatti un incontro a porte chiuse tra Golob e Kumer con i vertici della centrale nucleare e di Gen Energija, la capogruppo della holding di cui Golob è stato amministratore delegato prima di entrare in politica, intenzionata ad entrare in un progetto che, secondo alcune stime comparse sui media, oscilla intorno ai 10 miliardi, e che in futuro dovrebbe vedere la partecipazione di fornitori tecnologici da Stati Uniti, Francia, Giappone e Corea del Sud.
Il cronoprogramma illustrato oggi prevede che il governo prenderà la decisione finale sulla nuova centrale nucleare di Krško prima della fine del mandato, quindi nel 2027 gli elettori saranno chiamati ad esprimersi sul progetto in un referendum.
Valerio Fabbri

Foto: BoBo
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