Foto: BoBo
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Peter Svetina ha detto che l'anno scorso è stato esaminato circa lo stesso numero di iniziative e questioni quante nel periodo antecedente alla pandemia di coronavirus. Tuttavia, ha osservato, gli individui ora si trovano in una posizione sempre più difficile, dalla quale fanno fatica ad uscire. Spesso mancano provvedimenti che potrebbero portare loro una speranza; le misure adottate vengono realizzate troppo lentamente o non sono abbastanza chiare.
L'Istituzione del difensore civico all'anno scorso ha esaminato quasi 6.000 questioni, di cui circa 3.000 iniziative, ed ha segnalato più di 200 violazioni di diritti umani e libertà fondamentali o altre irregolarità, la maggior parte nel settore di cui è responsabile il Ministero per il Lavoro, la famiglia, gli affari sociali e le pari opportunità. 83, l'anno scorso quindi, le nuove raccomandazioni del difensore civico, e secondo Svetina "nonostante non siano vincolati, queste raccomandazioni non sono meno importanti". Rappresentano infatti lo strumento più importante delle istituzioni di controllo indipendenti per la tutela dei diritti umani, la loro implementazione esprime il grado di democrazia e impegno per i valori nel campo del rispetto dei diritti umani, nonché il livello di dignità in un paese. Rispettando le raccomandazioni del difensore civico, ha detto ancora Svetina, "lo Stato rispetta gli impegni presi, anche per quanto riguarda lo stato di diritto".
Peter Svetina si aspetta quindi che tutte le raccomandazioni vengano applicate e che si continui a rispettare la posizione indipendente dell'Istituzione del difensore civico. Secondo le sue parole infatti, in caso contrario, si rischia di indebolire la posizione dell'Istituzione e della sua missione, ovvero di un'indipendente, obiettiva, trasparente e imparziale tutela dei cittadini nei confronti delle autorità statali, delle autonomie locali e dei titolari di poteri pubblici.