Foto: ANSA
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Come ha spiegato l’Istat, la fase di rallentamento dell’inflazione “avviene in un quadro di stabilità dei prezzi sul piano congiunturale”. Nel 2023, l’inflazione acquisita è rimasta stabile a +5,6% per l’indice generale, mentre per la componente di fondo si attesta a +5,1%. Per quanto riguarda l’indice armonizzato dei prezzi a consumo, diminuisce dell’1,6% su base mensile, quella annua invece aumenta del 6,3%, ma in decelerazione rispetto ai dati di giugno. L’istituto ha spiegato che “la decelerazione del tasso di inflazione si deve in prima battuta al rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi dei servizi, relativi ai trasporti, dei beni energetici non regolamentati, degli alimentari lavorati, e in misura minore, di quelli degli altri beni e all’ampliamento della flessione su base annua degli energetici regolamentati.” Quindi da cosa dipende la dinamica dell’inflazione? L’Istat ha chiarito che questa viene ancora influenzata fortemente dall’evoluzione dei prezzi dei beni energetici, e di conseguenza riflette “il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati, che tuttavia restano su ritmi di crescita relativamente sostenuti”. A parlare delle prospettive dell’inflazione e della crescita economica è stata anche la Banca centrale europea, che nel nuovo bollettino economico ha sottolineato che “sulla crescita pesano la guerra e i possibili effetti della stretta monetaria più forti delle attese”.

B.Ž.