È ormai ufficialmente partita la nuova corsa alla Luna. A più di 50 anni di distanza dall’ultimo sbarco sulla Luna, l’interesse per il satellite della Terra sembra essersi risvegliato negli ultimi 20 anni, quando ai poli della Luna sono state scoperte possibili tracce d’acqua, elemento che potrebbe favorire la creazione di basi lunari.
Proprio fra poche ore dovrebbe allunare a nord del cratere Boguslawsky, nella parte sud-orientale della faccia visibile della Luna, un lander russo, entrato nell’orbita lunare il 16 agosto: se tutto andrà bene la sonda dovrebbe rimanere sulla superficie lunare per circa un anno, raccogliendo campioni ed analizzando il suolo.
In orbita lunare c’è però anche la missione indiana Chandrayaan-3: l’India ha ingaggiato una sorta di gara con Mosca, e l’allunaggio, sempre nell’emisfero sud, è previsto per il 23 agosto. Per gli indiani si tratta del secondo tentativo, dopo una prima missione fallita a causa della perdita dei contatti con la sonda pochi minuti prima dell’allunaggio.
All’emisfero sud puntano anche gli americani che progettano di riportare degli astronauti sulla superficie lunare entro la fine del 2025.
La missione Artemis III ha accusato dei ritardi, ma il piano prevede di portare nella regione polare meridionale della Luna un equipaggio di due astronauti per circa una settimana.
Nella corsa non poteva mancare la Cina, che progetta un'esplorazione congiunta uomo-robot, e la costruzione in futuro di una base permanente sul satellite, utilizzando anche una stazione spaziale orbitante attorno alla Terra, in fase di realizzazione.

Alessandro Martegani