Foto: Reuters
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Attualmente sono tre i Paesi europei che hanno deciso di ripristinare temporaneamente controlli stretti alla frontiera con la Slovacchia per cercare di contenere i flussi di migranti, provenienti prevalentemente da Medio Oriente ed Afganistan: si tratta di Polonia, Repubblica Ceca ed Austria, che per i prossimi dieci giorni daranno una stretta alla sorveglianza sulla frontiera. Al termine di questi dieci giorni la misura potrebbe essere estesa.

Il ministro dell'Interno polacco, Mariusz Kamiński, ha reso noto che rispetto allo scorso anno l'immigrazione clandestina ed il numero dei migranti individuati in Slovacchia sono aumentati di quasi il mille per cento. "In sole due settimane abbiamo individuato e arrestato 551 migranti illegali", ha spiegato Kamiński, precisando che la maggior parte di loro era diretta in Germania ed in altri paesi dell'Unione Europea. Il governo di Varsavia, per controllare i confini nazionali ha predisposto anche l'intervento dell'esercito, a supporto delle guardie di frontiera.

Anche la Repubblica Ceca ha deciso di adottare misure analoghe ed ha predisposto controlli casuali al confine con la Slovacchia, coordinandosi con la Polonia e gli altri Paesi limitrofi, come comunicato dal Primo ministro ceco Petr Fiala. Un anno fa, a settembre, a causa dell'afflusso di migranti, la Repubblica ceca aveva istituito controlli permanenti al confine slovacco, revocati all'inizio di febbraio.

Il ministro degli Interni della Repubblica Ceca, Vit Rakuaan, ha informato di questi provvedimenti le autorità slovacche, tedesche e austriache, e ha invitato tutti i cittadini ad avere il passaporto in regola perché tutti possono essere sottoposti a questi controlli.

Dieci giorni di controlli lungo la frontiera anche per l'Austria, come annunciato dal ministro degli Interni di Vienna, Gerhard Karner.

Si attendono ora le mosse della Germania, che già negli scorsi giorni aveva fatto sapere di voler introdurre nuovi controlli ai confini con Polonia e Repubblica Ceca ed a causa dei continui sbarchi a Lampedusa aveva anche annunciato lo stop al programma di ammissione dei migranti provenienti dall'Italia, accusando Roma di non rispettare il regolamento di Dublino.

Davide Fifaco