Foto: Radio Capodistria/Fifaco
Foto: Radio Capodistria/Fifaco

Un momento drammatico, ma la Rete solidale di Trieste si chiede se la gravità della situazione sia dovuta alla incapacità degli amministratori o ad una precisa volontà politica. Perché a fronte di un numero di richieste di asilo pressoché costante negli ultimi anni (l'80% dei richiedenti arriva dall'Afghanistan), i problemi di gestione non sono mai stati risolti, anzi si sono aggravati.

Circa 45 le persone che ogni giorno arrivano a Trieste, la maggior parte di queste dirette altrove che avrebbero bisogno di prima assistenza ed un posto per la notte.

Negli ultimi giorni, inoltre, per problemi legati alla sicurezza, come noto, sono stati istituiti controlli ai confini tra Italia e Slovenia.

Questa l'opinione del Presidente dell'ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà, Gianfranco Schiavone, sui controlli: "Il codice frontiere Schengen prevede la possibilità di temporanea sospensione, appunto, della libertà di circolazione e del ripristino dei controlli alle frontiere interne, solo in casi eccezionali, per motivi estremamente circoscritti, di grave rischio per la sicurezza dell'ordine pubblico. Francamente questi rischi non ci sono in questo momento, le motivazioni sono generiche, vacue, piuttosto inconsistenti, hanno a che fare con la gestione delle migrazioni, che in realtà però c'era ben prima di ieri e ci sarà più avanti. Quindi, in realtà, siamo di fronte ad un sostanziale abuso di questa misura che viene invece attuata con grande danno per il territorio e per finalità politica, non vedo altre ragioni".

ICS in questi anni si è trovata a collaborare con realtà simili di Slovenia e Croazia, sentiamo ancora Schiavone: "Sono paesi che si stanno molto recentemente adeguando a diventare paesi di asilo. Questo lo dico anche per la Slovenia, che era sicuramente già più organizzata dalla Croazia, ma obiettivamente poco organizzata. Quindi l'aumento nettissimo di domande di asilo di richiedenti che c'è stato nel corso dell'ultimo anno, sta provocando parecchi problemi organizzativi sia in Slovenia che in Croazia, ma ancora una volta non perché i numeri sono ingestibili, ma perché c'è un ritardo storico, accumulato, in entrambi i Paesi e in Croazia in particolare, nel percepirsi come un paese di asilo".

Intanto, interpellata sui primi risultati dei controlli ai confini, la Prefettura di Trieste ha risposto di non aver informazioni da poter condividere.

Davide Fifaco