Foto: Reuters
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A Taiwan, dall'inizio dello spoglio, in testa il candidato presidente Lai Ching-te, noto come William Lai, attuale vicepresidente dell’isola, che finora ha raccolto attorno al 40% delle preferenze.

Questo quanto risulta dal conteggio pubblicato sul South China Morning Post, aggiornato costantemente sulla base dei dati della Commissione elettorale centrale. Secondo questi dati, al secondo posto si attesta Hou You-ih, il candidato del partito nazionalista d’opposizione Kuomintang, considerato il più disposto al dialogo con la Cina.

Il voto si è svolto in otto ore, dalle 8 alle 16 locali. Le elezioni presidenziali e parlamentari di Taiwan hanno registrato un’affluenza record, attorno al 70%. Lo spoglio manuale delle schede è iniziato immediatamente dopo la chiusura dei seggi. Non erano previste votazioni elettroniche, per corrispondenza, per delega o anticipate. Il risultato dovrebbe essere chiaro in giornata. In serata, il vincitore dovrebbe tenere il suo discorso.

La Cina osserva con molto interesse i risultati elettorali. Taiwan è una piccola democrazia che sogna l'indipendenza formale dalla Cina, di fatto è indipendente dal 1949, ma il gigante asiatico continua a ribadire l'imminente e inevitabile riunificazione fra i suoi obiettivi. Il presidente cinese Xi Jinping lo ha ribadito chiaramente recentemente: vuole riportare Taiwan sott controllo cinese entro il 2049, data del centenario della fondazione della Repubblica popolare, anche con la forza, se necessario, perché «la riunificazione della madrepatria è una certezza storica», ha affermato nel discorso di fine anno.

Oltre il 32% dei taiwanesi vuole invece lo status quo a tempo indeterminato e il 21,4% è favorevole a un graduale spostamento verso l’indipendenza.
Quindi la vittoria di William Lai irriterebbe Pechino, mentre il ritorno del Kuomintang non sarebbe gradito agli Stati Uniti, facendo di fatto di Taiwan una questione di rivalità geostrategica tra le due superpotenze mondiali ed un banco di prova per la gestione delle tensioni tra Washington e Pechino.

Davide Fifaco