Aumentare la trasparenza che riguarda la proprietà dei media, la pluralità e l’autonomia giornalistica, viene così riassunto dal governo l’obiettivo che si pone di realizzare il disegno di legge sui media. L’attuale normativa è in vigore da circa 20 anni, mentre quella nuova dovrebbe entrare in procedura governativa entro la fine di marzo o la prima settimana di aprile; la legge in vigore è obsoleta, secondo il Ministero della cultura, il quale spiega che questa non disciplina i nuovi media e le soluzioni tecnologiche e non è in grado di garantire la pluralità mediatica. La riforma proposta si dovrebbe così basare su tre pilastri, autonomia, varietà e trasparenza, spiegano dal Ministero della cultura. Per la parte che riguarda invece il finanziamento, che quest’anno è stato di tre milioni di euro, questo verrà stanziato tramite un piano nazionale, non è invece chiaro chi sarà a stabilire l’ammontare dei fondi da stanziare. Ma non mancano le critiche alla nuova proposta, l’ultima, quella del coordinamento dei media cattolici presso la Conferenza episcopale slovena sostiene che la normativa viola la Costituzione e gli accordi internazionali, limitando le libertà garantite. È stato evidenziato che la normativa introduce ingerenze nell'autonomia editoriale, economica e religiosa, con preoccupazioni riguardo alla limitazione della libertà di espressione. Sotto accusa l'articolo 34, che consentirebbe un intervento arbitrario dell'ispettore sulla libertà di espressione, e l'articolo 47, che regola la pubblicità statale, sottolineando rischi di controllo e manipolazione da parte del governo. Secondo il giornalista irlandese Thomas O’Reilly in un articolo pubblicato sul “The European Conservative”, in Slovenia sarebbe in corso una vera e propria purga all'interno dei media pubblici; l’autore riprendendo gli eurodeputati del SDS sottolinea che l’opposizione slovena sta denunciando l’epurazione di una serie di giornalisti dell’RTV pubblica non allineati con il governo, tra questi viene citato Valentin Areh, corrispondente di guerra, redattore il quale si è ritrovato disoccupato per “motivazioni politiche”, a sua detta. Secondo l’eurodeputata Romana Tomc quanto sta accadendo in Slovenia è in violazione dei principi dello stato di diritto. Secondo l’autore irlandese la stretta alleanza slovena con Bruxelles su temi quali l’integrazione dei Balcani occidentali o la guerra in Ucraina spiegherebbe la clemenza che l’Ue dimostra sulle questioni legate alla libertà dei media.

Dionizij Botter

Foto: Shutterstock
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