Foto: Reuters
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L'esercito israeliano ha liberato nella notte a Rafah, nel sud della Striscia, due ostaggi israeliani che erano stati rapiti da Hamas il 7 ottobre scorso: lo ha riferito l'esercito israeliano su Telegram. Secondo il ministero della Sanità di Hamas, nell'operazione sono morte decine di persone. Bombardate, secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, le moschee ar-Rama e al-Huda nei campi profughi di Shaboura e Jabna. Prese di mira anche l'area vicino alla sede della Mezzaluna Rossa palestinese, l'area vicino al confine con l'Egitto e l'area intorno all'ospedale Kuwait. Secondo l'emittente al Jezeera quest'ultimo era pieno di feriti in condizioni critiche con carenza di medicinali. In una nota rilasciata dalle forze israeliane si legge: "I due ostaggi sono in buone condizioni mediche e sono stati trasferiti per accertamenti medici all'ospedale Sheba".

Secondo Hamas, si è trattato di un "massacro contro civili indifesi e bambini, donne e anziani sfollati". L'operazione per la loro liberazione è iniziata alle 02:00 di questa notte e, come ha detto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari "i militari hanno fatto irruzione in un edificio nel cuore di Rafah dove i due erano detenuti; un'azione pianificata da tempo" afferma Hagari. Per il Primo Ministro Netanyahu "Solo una costante pressione militare, fino alla vittoria totale, ci porterà al rilascio di tutti i nostri ostaggi. Non perderemo nessuna occasione per riportarli a casa". Cresce intanto la preoccupazione delle organizzazioni umanitarie riguardo il funzionamento degli ospedali; il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha affermato che solo 15 dei 36 ospedali di Gaza sono "ancora parzialmente o minimamente funzionanti" e che gli operatori umanitari stanno facendo del loro meglio in circostanze impossibili. L'Oms continua a chiedere il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas, un cessate il fuoco immediato e un accesso sicuro per il personale e le forniture umanitarie.