Foto: Martegani
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Visione unilaterale, un passo indietro, parole cariche di odio. La comunità slovena in Italia e molte forze antifasciste e di sinistra non hanno risparmiato le critiche al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, autore dell’intervento più appassionato e anche più duro fra quelli pronunciati alla Foiba di Basovizza in occasione del Giorno del Ricordo.
Se infatti il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, ha ricordato la stretta di mano dei presidenti Mattarella e Pahor di fronte ai luoghi della memoria, e condannato il negazionismo, e la Premier Meloni ha addirittura aperto a una storia condivisa con Slovenia e Croazia, il primo cittadino di Trieste aveva parlato delle “bestie” di Tito, ricordando le persone gettate nella Foiba “solo perché italiane”. “Negare questi fatti cercando di rimuovere il ricordo di un crimine, - aveva detto - vuol dire commetterlo di nuovo”.
Alle parole del sindaco avevano reagito l’Associazione Nazionale partigiani di Trieste, che aveva considerato offensiva la definizione di “criminali” dei partigiani di Tito, ma anche la presidente dell’SKGZ, Ksenija Dobrila, in un’intervista al Delo, aveva accusato il primo cittadino avere una “visione unilaterale” della Storia, parlando di una strategia pianificata a livello nazionale. Anche la senatrice Tatjana Rojc, parlamentare del Pd e rappresentante della minoranza slovena in Italia, aveva parlato di “un passo indietro" di Dipiazza.
Al coro di critiche si è unita anche l’Unione slovena: per il segretario provinciale di Trieste, Matia Premolin, intervistato dal Piccolo di Trieste, Dipiazza “si è scordato del fascismo, uno dei colpevoli più importanti delle tragedie avvenute nel ‘900 nelle nostre zone”. Fu un regime, continua, “che seminò odio, provocando gravi dissidi in una terra dove prima convivevano in pace molti gruppi linguistici”. “Il Sindaco – ha concluso - dimentica anche i gravi crimini commessi dall’Italia fascista, alleata della Germania Nazista, dopo un’occupazione della Jugoslavia nel 1941, con le deportazioni e i campi di concentramento italiani. Non accettiamo che non si contestualizzino le Foibe, né che si taccino di negazionismo i molti storici che fanno il loro lavoro”. Premolin ha anche ricordato che la lotta partigiana “ha permesso di avere la nostra Repubblica democratica al posto di un regime totalitario e sanguinario”.
Anche Furio Honsell, consigliere regionale di Open sinistra FVG, ha condannato “le parole cariche di odio espresse a Basovizza dal sindaco di Trieste, Dipiazza, contro i partigiani che combatterono contro il nazifascismo. Promuovere odio ideologico e affermazioni di carattere storico tutt'altro che avvalorate dagli stessi storici, approfittando del ruolo politico che si ricopre, - ha aggiunto - è molto grave”. “Il Giorno del Ricordo non deve essere trasformato in un comizio pieno di ingiurie per pura strumentalizzazione politica – ha concluso - così non si rende né verità né giustizia a tutti coloro che hanno sofferto a causa delle politiche imperialiste del fascismo".

Alessandro Martegani