Sono tutte persone legate ad Abdessalem Lassoued, il cittadino tunisino autore dell’attentato di matrice islamica di Bruxelles del 16 ottobre scorso, i destinatari di vati ordini di perquisizione eseguiti in molte città italiane, da Palermo a Udine.
L’operazione è scattata al termine di una serie d’indagini avviate dalle forze dell’ordine italiane in collaborazione con la polizia belga e gli organismi di Europol, che hanno consentito di fare luce sui contatti mantenuti in Italia da Lassoued, che era sbarcato a Lampedusa nel 2011 sotto falso nome, rimanendo in Italia fino al 2016.
Le perquisizioni hanno coinvolto le abitazioni di 18 persone che farebbero parte della cerchia di relazioni, quasi esclusivamente on line, del tunisino, in città come Bologna, Brescia, Como, Fermo, Ferrara, Lecco, Macerata, Teramo, Palermo, Perugia, Roma, Torino, Trento e Udine.

Foto: Reuters
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Tutti risultano titolari e utilizzatori di profili social con contenuti tipici degli ambienti dell’estremismo islamico. Le indagini hanno permesso d’individuare anche altri soggetti verso i quali sono stati avviati provvedimenti amministrativi di espulsione dall’Italia.
Lassoued, che uccise due cittadini svedesi a Bruxelles in occasione della partita Belgio-Svezia, perse la vita in seguito a una sparatoria con la polizia dopo un lungo inseguimento. 46 anni, di origine tunisina, nel corso della lunga permanenza in Italia aveva vissuto a Bologna, Genova e Trento. Dopo l’arrivo in Europa si era radicalizzato, ed era anche stato espulso dalla moschea che frequentava.
Era stato anche in Svezia, paese dove aveva riportato una condanna venendo poi espulso. Nel novembre 2019 aveva presentato in Belgio richiesta di asilo, poi respinta nell’ottobre dell’anno successivo. Da quel momento non ci sono registrazioni ufficiali della sua presenza in Europa: nel 2021 era stato fotografato a Genova, mentre si stava dirigendo in Francia
Il 16 ottobre del 2023 è scattato l'attentato a Bruxelles, anche se la scelta delle vittime, due cittadini svedesi, sembra originare dal rancore verso un paese dal quale era stato espulso in seguito a una condanna, piuttosto che dal radicalismo islamico.

Alessandro Martegani