Foto: Reuters
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Il direttore generale del Servizio europeo per l'azione esterna per l'Europa orientale, la Russia e l'Asia centrale, Michael Siebert, ha invitato Mosca a consentire un'indagine internazionale indipendente e trasparente sulle circostanze della morte improvvisa di Alexei Navalny e a consegnare immediatamente i resti del defunto alla sua famiglia. Ha inoltre chiesto alla Russia di rilasciare tutti gli altri prigionieri politici che sono stati arrestati negli scorsi giorni, per aver reso pubblicamente omaggio alla memoria del defunto leader dell'opposizione. Secondo Bruxelles, la responsabilità della morte di Navalny ricade infatti sulle autorità russe.
Oltre all'Unione europea, anche Slovenia, Croazia, Italia e altri Paesi hanno convocato a colloquio gli ambasciatori russi. La Polonia ha annunciato di aver invitato le autorità di Mosca ad assumersi la responsabilità della morte di Navalny e a condurre un'indagine completa e trasparente per determinare le circostanze e la causa della sua morte. Secondo il Ministero degli Esteri di Varsavia, "le autorità russe dimostrano un totale rifiuto delle norme morali, non solo nel contesto dei rapporti con la società civile nazionale, ma anche nella guerra in corso contro l'Ucraina".
Intanto la madre di Alexei Navalny, Lyudmila, in un videomessaggio, girato davanti alla colonia penale nell'Artico, dove il figlio è morto, ha chiesto che le sia consegnato il suo corpo, che finora non ha potuto vedere. Secondo il team di Navalny, alla madre è stato detto che il corpo verrà trattenuto altri 14 giorni per "esami chimici". "Lasciate che sia sepolto con dignità, non impedite alla gente di salutarlo", ha detto invece la vedova, Yulia. Per il momento, comunque, Mosca ha soltanto respinto l'accusa mossa dalla moglie del defunto al presidente russo, Vladimir Putin, di aver "ucciso" Navalny. Il Cremlino ha inoltre respinto la richiesta di un'indagine internazionale avanzata dall'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell.