Foto: Reuters
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Aprendo un Consiglio di Sicurezza Onu, convocato a livello ministeriale in occasione del secondo anniversario dell'invasione russa in Ucraina, il segretario generale Onu, Antonio Guterres, ha detto che "è arrivato il momento della pace, di una pace giusta basata sulla Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e della risoluzione dell'Assemblea generale". Al Consiglio di Sicurezza è intervenuta anche Tanja Fajon, a capo del Ministero degli Esteri di Lubiana, ribadendo la condanna della guerra scatenata da Mosca e chiedendo il ritiro delle forze di occupazione dall'Ucraina. Le motivazioni del Cremlino per giustificare la guerra sono state definite una storia non vera, una violazione dei principi fondamentali fissati dalla Carta dell'Onu, del diritto internazionale, dei trattati e degli accordi che hanno garantito la stabilità e la sicurezza in Europa e nell'ambito internazionale in generale. In precedenza, Fajon è intervenuta anche all'Assemblea generale, sottolineando che a causa del conflitto armato in Ucraina siamo testimoni della maggiore crisi umanitaria in Europa dai tempi della Seconda guerra mondiale. Fajon ha aggiunto che tutti, senza eccezioni, dobbiamo rispettare sempre il dritto umanitario internazionale e la legge sui diritti umani.
Il premier sloveno, Robert Golob, ha sottolineato che sono stati due anni di totale disprezzo dei principi del diritto internazionale e, soprattutto, di opposizione alla Carta delle Nazioni Unite da parte dell'aggressore russo. Allo stesso tempo, ha sostenuto la ricerca di un'opportunità per un cessate il fuoco. Golob ha detto che i suoi pensieri oggi sono con il popolo ucraino, con i famigliari e gli amici delle vittime, dei feriti, dei soldati ucraini che difendono le loro case, i figli, le mogli e tutti coloro che desiderano la pace e la libertà. Ha ribadito che assieme ai suoi alleati, la Slovenia è totalmente impegnata a favore della pace e di una soluzione pacifica del conflitto.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, giunta nella capitale ucraina, ha elogiato la "straordinaria resistenza" del Paese. "Più che mai, siamo fermamente al fianco dell'Ucraina", ha detto. "Finanziariamente, economicamente, militarmente, moralmente. Fino a quando il Paese non sarà finalmente libero".
A Kiev anche la premier italiana, Giorgia Meloni, per presiedere il vertice virtuale del G7, di cui l'Italia è presidente di turno. "L'Italia, l'Europa e l'Occidente devono continuare ad essere al fianco di Kiev, perché difendere l'Ucraina non vuol dire amare la guerra, ma esattamente il contrario. Vuol dire", così Meloni, "allontanare la guerra, tutelare il nostro interesse nazionale e impedire che il sistema internazionale fondato sulle regole vada definitivamente in frantumi".