Con un breve post pubblicato sulla sua pagina Facebook il sindaco Aleš Bržan ha annunciato di aver rimosso dall'incarico la vicesindaco Maja Tašner Vatovec, esponente di spicco della Levica (Sinistra) a livello locale, eletta in consiglio comunale. Il primo cittadino ha deciso di sollevarla dall'incarico dopo che ieri in una lettera aperta il partito lo aveva duramente attaccato per il suo operato alla guida del comune città, di comportarsi in modo autarchico seguendo l'esempio del suo predecessore Boris Popovič. Dopo la missiva, ha scritto via social Bržan, mi sarei atteso anche la lettera di dimissioni della Tašner Vatovec che però non è arrivata. Ho deciso pertanto di consegnarle io stesso la delibera della sua rimozione.

Nella lettera inviata, Levica rilevava che in 9 mesi il sindaco non ha fatto nulla di quello promesso in campagna elettorale. "Nonostante il tempo che abbiamo concesso non ci sono stati i cambiamenti sperati e una struttura clientelare e caratterizzata da interessi personali è stata sostituita con un'altra" - hanno scritto contestando al sindaco una serie di decisioni autarchiche ed iniziative sbagliate ad iniziare dalla finanziaria 2019 per arrivare alle sostituzioni dei responsabili dell'amministrazione comunale e fino alla gestione del patrimonio comunale. Un appunto a Bržan anche per il caso della nomina del vicesindaco di nazionalità italiana dove sarebbero stati ignorati accordi precedenti e prese decisioni senza informare le parti coinvolte. Non si era fatta attendere la risposta, sempre via social del sindaco in cui rimandava al mittente le accuse di clientelismo. Non ho mai respinto o negato colloqui a singoli consiglieri, nè di maggioranza nè di opposizione. La finanziaria è stata preparata assieme anche agli esponenti di Levica e accolta all'unanimità. Sulla questione vicesindaci infine Bržan aveva scritto: nonostante le nomine siano di mia competenza ho consultato sull'argomento anche i partner di coalizione.

In seguito alla rimozione della vicesindaco Tašner Vatovec il partito Levica ha deciso intanto di congelare la collaborazione con il sindaco Bržan. In un comunicato diramato nel pomeriggio il comitato locale del partito scrive: "Speravamo che Bržan avesse portato ad una svolta rispetto alla cattiva prassi del sindaco precedente. Così non è stato. Pertanto interrompiamo la collaborazione con l'attuale primo cittadino".

Da noi interpellato, Alan Medveš consigliere della Levica in consiglio comunale, ha così commentato la vicenda: "Riteniamo che Bržan non è quello che dice di essere, una persona di dialogo e di porte aperte perché praticamente ci ha sbattuto la porta in faccia. Noi siamo sempre dell'opinione che bisogna discutere le cose pubbliche che sono nell'interesse della comunità però visto la situazione dobbiamo dire proprio che la collaborazione finisce qua per adesso. Noi faremo sempre quello che abbiamo fatto anche nello scorso mandato cioè di essere al servizio della comunità, di fare tutto il possibile che le cose cambino in un modo che sia uguale equo per tutti e che quindi questo comune finalmente diventi un comune di tutti e non solo di pochi eletti".

Nella lettera aperta Levica fa riferimento anche alla nomina del vicesindaco di nazionalità italiana, che sarebbero stati ignorati accordi precedenti e prese decisioni senza informare le parti coinvolte. Ricorderemo che il primo nome fatto era stato quello di Ondina Gregorich Diabatè, la CAN di Capodistria insisteva per il vicesindaco uscente Alberto Scheriani alla fine Bržan scelse Mario Steffè.

Alan Madveš: Come è stato già scritto nel comunicato di lunedì noi riteniamo che le cose non siano andate come sarebbero dovute andare visto che il sindaco ha cambiato più volte opinione sulla questione della nomina del vicesindaco italiano. Noi, ripeto, siamo del parere che è un suo proprio diritto statutario fare la nomina dei suoi vicesindaci però crediamo che non comunicare le cose ai diretti interessati non sia una cosa giusta e non è trasparente." (ld)

Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria