L’iniziativa è tuttora top secret e classificata come un documento “interno”. Non si tratta della prima proposta per il coinvolgimento degli ungheresi nel progetto infrastrutturale di un valore complessivo di un miliardo di euro. Già durante il governo guidato dall’SMC, il premier Miro Cerar aveva tentato di coinvolgere il governo ungherese. L’esecutivo di Budapest avrebbe finanziato il secondo binario con una somma pari a 200 milioni di euro sotto forma di un apporto di capitali da versare nelle casse della società 2TDK. Anche l’allora proposta era stata di carattere segreto, etichetta che è stata poi tolta dalla Ministra dell’infrastruttura del governo Šarec, Alenka Bratušek. I negoziati tra le parti si sono svolti in massima segretezza, cosa che ha fatto infuriare parte della politica nazionale ma anche esponenti del Porto di Capodistria i quali chiedevano di pubblicare le richieste ungheresi. La Bratušek era contraria alla collaborazione del partner straniero e si diceva sicura che il progetto sarebbe stato realizzato dalla sola Slovenia. Nel 2018 IL Presidente Viktor Orban ha annunciato la decisone di dirottare gli investimenti sul Porto di Trieste. Con l’attuale governo di centro destra e i buoni rapporti che legano il premier Janša e il Presidente Orban non si esclude un nuovo tentativo di coinvolgere i vicini e consolidare gli ottimi rapporti. Non a caso tre società di mezzi d’informazione vicine a Orban hanno acquistato il 45 per cento delle quote azionarie di Nova24TV, la Tv “vicina” al SDS del premier Janša. Per quanto riguarda il secondo binario, qualche giorno fa il Ministro delle infrastrutture, Jernej Vrtovec ha sottolineato l’importanza della collaborazione con i paesi confinanti. A Luglio Vrtovec aveva incontrato il insitro degli esteri ungherese Szijjart e quello della tecnologia, Palkovics.

Dionizij Botter

Foto: /Radio Slovenija
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