Ci ha pensato l'economista Jože Damijan, effimero ministro nel primo governo Janša, una quindicina di anni fa, poi distanziatosi dalla dottrina neoliberista e dal centrodestra, a dare una spinta all'opposizione, sollecitandola a serrare i ranghi e impedire che la Slovenia scivoli nella democrazia illiberale. Si tratterebbe di una specie di “governo di salvezza nazionale” anche se Damijan non la chiama così e dal quale rimarrebbero esclusi soltanto l'SDS di Janez Janša e il Partito nazionale di Zmago Jelinčič. L'iniziativa sottoscritta da altri otto personaggi pubblici prevede anche un ruolo imprecisato per i “Ciclisti” ossia per i rappresentanti delle proteste in bicicletta che stanno andando avanti ogni venerdì da sei mesi a questa parte. Curiosamente, il leader dei conservatori di Nuova Slovenia, l'attuale ministro della difesa, Tonin, è stato l'unico a non bocciare in partenza l'idea di Damijan dichiarando che il suo partito è sempre pronto al dialogo. Bisogna vedere il programma che si propone e i numeri in parlamento.

Comunque, il quartetto di sinistra, che nel pomeriggio ha tenuto una conferenza stampa, sembra puntare piuttosto sul ripristino della coalizione di centrosinistra. I suoi leader, infatti non hanno menzionato Nuova Slovenia, ma si sono rivolti soltanto a DeSUS e SMC sollecitandoli - come si è espressa Alenka Bratušek - a saltare da questo treno della pazzia che sta correndo verso il baratro.
Intanto non possono essere lieti delle risposte delle due forze politiche. Secondo il presidente provvisorio del DeSUS, l'attuale ministro della salute, Tomaž Gantar, l'iniziativa non meriterebbe neanche di essere commentata e, a suo avviso, anche il possibile ritorno dell'ex leader del DeSUS, Karl Erjavec, che al prossimo congresso sarà tra i candidati a sostituire Aleksandra Pivec, uscita dal partito e dal governo, non influirà sull'attuale status del Partito dei pensionati. Del resto, i suoi cinque seggi in parlamento non basterebbero a spostare il pendolo così che il vero ago della bilancia rimane l'SMC con otto deputati, però anche in questo caso la missione pare impossibile. Il presidente del Centro moderno e ministro dell'Economia, Zdravko Počivalšek, ha dichiarato che in questo momento l'alternativa a questo governo non c’è. Il premier Janša si è fatto vivo su Twitter scrivendo nel suo stile che chiamare arco costituzionale un gruppetto di partiti e partitini di sinistra e di estrema sinistra significa burlarsi dell'ordinamento costituzionale della Repubblica di Slovenia.


Boris Mitar

Foto: BoBo
Foto: BoBo