
In un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni geopolitiche, la Slovenia si appresta ad aumentare le proprie spese per la difesa, nonostante l'opposizione dell'opinione pubblica. Nel 2025 investirà l'1,52% del PIL nella difesa, con un aumento all'1,6% nel 2026, superando il miliardo di euro annuo. Tuttavia, resta lontana dal target NATO del 2% e ancor più dal 5% promosso dagli Stati Uniti in vista del vertice di giugno all'Aia. Secondo l'ex ambasciatore sloveno presso la NATO, Erik Kopač, la nuova soglia potrebbe superare il 3%, ma il valore preciso sarà noto solo al vertice.
Nel frattempo, la Slovenia propone di includere nel bilancio della difesa le infrastrutture a doppio uso sotto il concetto di "resilienza", ma NATO e UE si oppongono. Il Ministero della Difesa è pronto a adeguarsi agli standard richiesti. In caso di aumento del budget, verranno accelerati progetti prioritari, puntando sul rafforzamento dell'industria nazionale, considerata essenziale per garantire autonomia, affidabilità e sostenibilità economica. Secondo Željko Kralj, capo della logistica del Ministero della difesa, alcune aziende estere starebbero approfittando del contesto internazionale per gonfiare i prezzi. Da qui l'urgenza di valorizzare le imprese slovene, già coinvolte nella produzione di pistole Arex, torrette armate per blindati e nella fornitura di altri materiali militari. Tra le forniture in corso figurano aerei da trasporto, veicoli blindati Oshkosh, missili Spike, fucili d'assalto belgi per oltre 46 milioni di euro e 10.000 pistole prodotte in Slovenia. Sono in fase avanzata anche l'acquisto del sistema antiaereo tedesco Iris-T, previsto dal 2027, e l'artiglieria francese Caesar, con 12 obici già ordinati.
n investimento strategico riguarda l'acquisizione di sei elicotteri Leonardo per circa 190 milioni di euro, destinati a diventare 12 entro il completamento del programma, oltre a quattro velivoli speciali per le forze speciali. Il progetto più ambizioso - e oneroso - resta però l'acquisto di veicoli da combattimento 8x8, per un valore stimato attorno ai 700 milioni di euro. La documentazione è stata inviata al Ministero della Difesa finlandese, con l'obiettivo di concludere la procedura entro metà giugno. Questi blindati saranno equipaggiati con torrette prodotte in Slovenia, in un'ottica di rilancio dell'intero comparto industriale bellico nazionale. "Le aziende slovene hanno bisogno di queste commesse per affermarsi sul mercato internazionale" - ha spiegato Kralj. La Slovenia, in un contesto europeo segnato da nuove insicurezze, è chiamata a bilanciare le pressioni esterne e lo scetticismo interno, puntando su una comunicazione efficace per rafforzare la propria difesa nazionale.
Corrado Cimador