Foto: Radio Capodistria/Alan Radin
Foto: Radio Capodistria/Alan Radin

I centri regionali della RTV Slovenia non possono essere sempre l’unico obiettivo dei risparmi da parte dell’azienda. È il messaggio contenuto all’interno di una lunga lettera inviata dai dipendenti del centro regionale di Capodistria alla dirigenza della RTV Slovenia, che nei giorni scorsi, lamentando difficoltà economiche dell’ente, aveva incaricato le direzioni dei centri di stilare una lista, per indicare le trasmissioni “non obbligatorie” e i dipendenti che potrebbero essere messi in aspettativa a partire dal primo giugno.
La nota, firmata dai sindacati e dalle redazioni di Radio Capodistria e Radio Koper, sottolinea come le ipotesi di risparmio gravino sempre e solo sui centri regionali, ricordando fra l’altro, “come i programmi in lingua italiana da decenni rappresentino un canale di contatto e dialogo tra minoranze linguistiche e tra Italia e Slovenia, creando contenuti informativi e programmi di alta qualità” e “l’estensione dello spazio (transfrontaliero) raggiunto dai nostri microfoni”, che garantisce “un'informazione equa del pubblico dall’Alto Isonzo, attraverso tutto il litorale, fino agli sloveni in Italia e in Croazia”.
“Proprio per rafforzare questo ruolo - prosegue il testo - il governo ha destinato l’anno scorso fondi significativi ai programmi delle minoranze linguistiche, che però non sono stati usati per questi, bensì per coprire il bilancio generale dell’azienda”.
“Quando si ordina la preparazione di un elenco di lavoratori che dal primo giugno potrebbero essere messi in aspettativa – afferma la lettera, chiedendo un incontro alla direzione della RTV – si tratta di una questione esistenziale”, e “l’amministrazione deve chiarire se, con l’esaurimento delle risorse umane e finanziarie, stia già attuando l’intenzione di chiudere i centri o programmi regionali”.
Nel testo si ricorda anche come la richiesta, in contrasto con precedenti accordi sindacali, sia stata inviata senza alcuna comunicazione e confronto preventivo con i sindacati e i dipendenti dei centri regionali, che rimangono le uniche strutture ad essere coinvolte quando si parla di tagli e risparmi: il centro RTV di Capodistria è sottodimensionato sia finanziariamente sia in termini di personale, una situazione che si protrae da anni e che rivela, dice la lettera, come l’amministrazione sottovaluti il valore e la qualità del lavoro svolto ogni giorno dai centri regionali.

Alessandro Martegani