Foto: Twitter/Vlada RS
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Ancora una volta l'Unione europea è alla ricerca di una sua posizione nello scacchiere mondiale. I Ventisette sono stati messi davanti al fatto compiuto dagli Stati Uniti ritiratisi dall'Afganistan senza consultarsi con nessuno ed anche lo smacco subito dalla Francia che si è vista disdire un mega affare militare con l'Australia, complici americani e inglesi, ha potenziato i soliti interrogativi sul reale peso globale dell'Europa che adesso vuole recuperare un po' di orgoglio. Se non altro, verrà arricchito il vocabolario politico. A Brdo è stata annunciata la prossima approvazione della cosiddetta bussola strategica, una risposta europea alle sfide mondiali: la bozza sarà presentata già in novembre e il varo definitivo dovrebbe avvenire in marzo. Contemporaneamente si lavorerà anche a una nuova dichiarazione politica sulla cooperazione tra UE e Nato. Nessun dilemma sulle priorità, però una forte alleanza esige anche alleati forti come sottolinea il presidente del Consiglio europeo Michel mentre il ministro degli esteri dell'Unione Borrell ritiene indispensabile creare una comune cultura strategica europea. In realtà la capacità di provvedere autonomamente ai propri interessi compare già nell'agenda strategica per il periodo 2019/24 - ha fatto notare il premier Janša che ospita il vertice. Gli obiettivi non sono cambiati, però l'Unione europea deve essere più determinata ed efficace. Si è parlato anche della Cina con la quale bisogna ovviamente dialogare, ad esempio su come affrontare i cambiamenti climatici, però la potenza asiatica resta un rivale sistemico. In merito alla sovranità strategica dell'Unione europea ha rilasciato una dichiarazione il presidente francese Macron secondo il quale l'Europa chiede agli Stati Uniti chiarezza e un rinnovato impegno. E Michel aggiunge: possiamo essere più autonomi però in collaborazione con i partner. Quest'oggi il vertice di Brdo affronterà il tema dell'allargamento dell'Unione, ma non accadrà nulla di drammatico. I cinque paesi post jugoslavi ancora fuori nonché' l'Albania, i cui leader saranno presenti, si vedranno confermare la prospettiva europea, ma non ci sarà alcuna scadenza, anche se la presidenza slovena aveva proposto l'ammissione di tutti quanti entro il 2030, e non dovrebbe essere comunicato neanche l'avvio del negoziato finale con l'Albania, che non ha il nullaosta di Francia e Olanda, e la Macedonia bloccata dal veto della Bulgaria che contesta la sua identità linguistica.

Boris Mitar