Foto: BoBo
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Conferenza stampa oggi a Capodistria del presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul che alla vigilia dell’importante seduta dell’Assemblea UI di domani a Buie ha stigmatizzato modalità e contenuti delle proposte di modifiche allo statuto dell’Unione.

‘’È in atto un piano eversivo e sovversivo che attraverso le modifiche statutarie costruite contra personam intendono svuotare di contenuto, ruolo, competenze e rappresentatività l’Unione Italiana”. Ha esordito così il presidente della Giunta esecutiva Maurizio Tremul che come ha affermato “non avrebbe mai voluto combattere questa battaglia che invece si deve fare per difendere i valori fondanti e l’autonomia della massima istituzione minoritaria.

Nell’ incontro con la stampa il presidente dell’esecutivo ha puntato il dito contro Fabrizio Radin che ha ricoperto vari incarichi in seno prima all’ UIIF e successivamente all’ UI. Oltre che ha definire singolare la sua alleanza con il gruppo d’opposizione ‘’La svolta’’, criticate le modalità di procedura adottate dal Comitato per lo Statuto UI presieduto proprio da Radin. Secondo Tremul l’organismo ha violato il Regolamento interno; infrazione che ha segnalato con un ricorso al Comitato dei garanti.

Il presidente della Giunta si è quindi soffermato dettagliatamente sulle modifiche proposte e dalle quali- come ha detto-sono stati omessi alcuni importanti suggerimenti: quello della Comunità degli Italiani di Rovigno cui proposte sono riferite ad un processo di riforma da attuarsi nel dopo-elezioni o quello di altri undici sodalizi che invitano ad una riflessione più approfondita e seria sui cambiamenti.

Non ha mancato di commentare quindi la volontà di introduzione del principio della retroattività ma anche quello sull’ incompatibilità del ruolo di presidente con quello di altri incarichi politici a livello locale, regionale o nazionale. “Togliendo il modello di rappresentanza della CNI con i vertici UI espressione degli italiani di Slovenia e di quelli di Croazia si va a minare l’unitarietà” ha detto ancora Tremul secondo il quale inoltre la deprofessionalizzazione della carica del presidente dell’esecutivo indebolirebbe l’operatività dell’Unione Italiana.

Critico nei confronti della volontà di limitare a 10 mila kune le delibere si spesa autonome della Giunta, il presidente dell’esecutivo ha espresso disapprovazione pure sulla limitazione dei mandati ma soprattutto nei confronti del ritorno all’ elezione indiretta dei presidenti dell’Unione Italiana e della Giunta esecutiva. “Un ritorno al passato che porterebbe discredito alla nostra organizzazione che da 8 anni a questa parte vanta essere tra le più democratiche, serie e responsabili’’ ha affermato Tremul che ha quindi illustrato le modifiche allo Statuto da lui elaborate ma che – in palese infrazione con una delibera assembleare- il Comitato per lo Statuto non ha preso in considerazione perché non formulate come emendamenti. Undici i cambiamenti proposti che vanno dall’ inserimento- nello Statuto- del Montenegro al mantenimento dell’attuale modalità di elezione dei presidenti ma in modo congiunto. E poi ancora l’aumento a nove del numero dei giuntini, il prolungamento del mandato a 5 anni, definizione del ‘’Va pensiero’’ quale inno della CNI.

Da segnalare inoltre l’invito fatto da Tremul a tutte le CI e le altre istituzioni minoritarie a non aderire al Bando dell’Università popolare di Trieste per l’ottenimento dei fondi della Regione Friuli Venezia Giulia. “L’ approvazione di progetti che non sono stati presentati dall’ Unione Italiana diminuiranno le risorse per l’intera CNI’’ ha detto non mancando di esprimere perplessità per il cambiamento delle regole del Bando che quest’ anno prevede come il finanziamento totale di un singolo progetto non possa superare i 100 mila euro. Ricordiamo che il solo Fondo promozione per le Comunità si aggira sui 270 mila euro.

‘’Tanti sono i grandi temi e le vere sfide che l’Unione Italiana deve affrontare per garantire il futuro della Comunità Italiana nel suo territorio d’ insediamento storico’’ ha concluso Tremul non mancando di esprimere preoccupazione per l’attuale situazione che ‘’ci vede impegnati a confrontarci su temi inutili e devianti mentre pressioni esterne ci tolgono ruolo e competenze e mettono in pericolo la nostra autonomia”.